Marco Scarpati: il mio impegno per i bambini
Fa l’avvocato ed è presidente di Ecpat,associazione contro la pedopornografia e lo sfruttamento sessuale dei minori. Da anni si batte in difesa dei bambini molestati e abusati. Contro un fenomeno che coinvolge molte più persone di quanto si sospetti
di Laura Campo
Avvocato, docente di Tutela internazionale dei diritti umani all’Università Bicocca di Milano e diritto dell’infanzia e della famiglia all’Università di Parma, Marco Scarpati è anche autore di vari libri, tra cui Il rumore dell’erba che cresce’ (Infinito Ediz. 2006) un intenso diario-racconto sulla prostituzione minorile e il traffico di bambini in Cambogia. Attualmente presiede Ecpat, associazione contro la pedopornografia e lo sfruttamento sessuale dei minori. Nella capitale vietnamita, Phnom Penh, dove Scarpati ha lavorato a lungo l’associazione ha appena aperto un nuovo centro, all’avanguardia nel mondo, per la cura e la riabilitazione psicologica dei bambini vittime di sfruttamento sessuale.
Che cosa significa Ecpat e di che cosa si occupa la sezione Italiana che lei presiede?
La sigla End Child Prostitution pornography And Trafficking in children for sexual purposes significa smettiamola con la prostituzione minorile, la pedopornografia e il traffico di minori per lo sfruttamento sessuale. Ecpat nasce ormai circa trent’anni fa in Estremo Oriente e quasi vent’anni fa in Italia. Dal 1998 è un’Onlus che lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini in diversi modi: attraverso azioni di lobbying, promozioni di leggi specifiche, gestione di progetti di prevenzione e recupero nei Paesi più a rischio, dalla Cambogia alla Repubblica Dominicana.
Quello dello sfruttamento sessuale dei minori è un mercato molto redditizio- Si può quantificarne il giro d’affari?
I bambini trafficati ogni anno a scopo di sfruttamento sessuale sono circa 2 milioni. Una vera e propria forma di schiavitù. E il giro d’affari produce una cifra mastodontica: la seconda voce di entrata per la criminalità organizzata mondiale. Di poco superiore all’introito che le mafie ottengono dal traffico di droga. Questo dato però ci fa capire anche il pochissimo interesse che gli Stati hanno a combattere lo sfruttamento sessuale dei bambini. Per contrastare il traffico di droga si mettono a disposizione enormi stanziamenti, si muove la Polizia, si fanno leggi speciali e persino guerre. Mentre della prostituzione minorile non interessa niente a nessuno. Forse perché si tratta di un tema un po’ pruriginoso e perché i governi sono composti soprattutto da uomini che, quando si parla di prostituzione, non vogliono fare davvero battaglie importanti per debellarla. Le possiamo chiamare escort o prostitute ma sempre quello sono. E sia i maschi sia le femmine in vendita nel mercato del sesso sono sempre più giovani.
Come è arrivato fare questo lavoro e che cosa faceva prima di occuparsi di Ecpat?
Faccio l’avvocato da sempre. Ma fino a vent’anni fa, mi occupavo di cose che più redditizie. A un certo punto mi sono sposato, ho avuto un figlio e con mia moglie abbiamo deciso di adottare una bambina dal Vietnam. In quel momento siamo entrati in un mondo molto diverso da quello che ci aspettavamo. Nel 1995 andando a fare un progetto di cooperazione che riguardava i minori in Vietnam, passai dalla Thailandia e lì cercarono di vendermi dei minori. Così, per caso, scoprii che esisteva la compravendita di bambini per la prostituzione, per l’adozione e per molte altre cose. Rimasi molto colpito, quasi scioccato. E da lì la mia vita è cambiata. Appena tornato a casa ne ho parlato con mia moglie e insieme abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa. Abbiamo deciso di occuparci di bambini, famiglie e diritto delle persone. Per me, oggi, Ecpat è un impegno economico. Ma sono felice di farlo ed è giusto così.
Mentre tutti sono davanti alla tv a guardare le partite dei Campionati del mondo di calcio, Ecpat ha lanciato una campagna contro il traffico di bambini proprio in quel Paese. Perchè?
Pochi sanno che quattro anni fa in concomitanza dei Campionati in Germania, a Berlino aprì il più grande bordello d’Europa. In quell’occasione assistemmo a un fenomeno molto strano: una marea di bambini che dalla frontiera della Repubblica Ceca e dai Paesi dell’Est arrivavano in Germani per entrare nel mercato del sesso. Questa volta ci siamo mossi in anticipo e insieme a Terre des Hommes abbiamo osservato i Paesi vicini al Sud Africa. Abbiamo visto che si ripeteva lo stesso fenomeno: dal Mozambico, dal Malawi, dal Lesotho si preparavano grandi quantità di bambini da spostare verso Johannesburg e le altre città. Le associazioni locali partner di Ecpat ci hanno segnalato un aumento del traffico minorile e che i bordelli erano strapieni di bambini e bambine in attesa di clienti. Così abbiamo lanciato una campagna di sensibilizzazione (www.tuttincampoperibambini.it) per dire: ‘durante i mondiali evitiamo di festeggiare con i bambini in quel modo, ma facciamolo in un altro modo’. E non solo. Siccome in Africa ci sono tanti bambini che possono diventare grandissimi calciatori, abbiamo lanciato anche un progetto che ha l’obiettivo di realizzare un campo di calcio e uno di pallacanestro per gli alunni delle scuole dei sobborghi di Yeoville e Hillbrow, a Johannesburg, particolarmente poveri e sovraffollati con un alto numero di ragazzi orfani e abboandonati.
Chi sono gli adulti italiani che cercano all’estero bambini per fare sesso? C’è un identikit del turista sessuale con minori?
Dai nostri studi che risalgono al 2005 sono emersi dati allarmanti: innanzitutto una corposa diminuzione dell’età. I turisti sessuali con minori sono giovani: intorno ai 25 anni, più uomini (93 per cento) che donne (7 per cento ma in crescita), di tutti i ceti sociali. Si dividono in occasionali e rituali: l’occasionale è una persona che di norma viaggia in gruppo e agisce perché ne ha occasione: sceglie vittime un po’ più adulte (15-17 anni). Il rituale invece organizza il viaggio per quello scopo e va con vittime più giovani: 10-14. C’è un’altra distinzione: le donne di norma non sono divoratrici, mentre gli uomini sono divoratori. La donna cerca di instaurare una relazione con il ragazzino o la ragazzina di turno, in genere non sceglie partner sotto i 14 anni e ha una ‘storia’ che dura tutto il tempo della vacanza. L’uomo spesso ha più partner: alcuni in 15 giorni di vacanza possono avere 45-50 diversi partner. Il sesso maschile è molto più ‘compulsivo’. Di norma il turista sessuale con minori fa la sua attività solo all’estero, dal punto di vista legale corre lo stesso rischio ma in Italia ha più paura, soprattutto della condanna sociale.
Si pensa erroneamente che la pedofilia riguardi luoghi lontani da noi, Paesi poveri e incivili. Ci spiega perchè invece coinvolge tutti anche qui in Italia?
Ci riguarda perchè circa 80 mila nostri connazionali ogni anno cercano all’estero minori con cui fare sesso a pagamento e perché basta farsi un giro la sera nei viali delle città per vedere che l’età media di prostitute e prostituti è bassissima.
Che cosa ha ottenuto in concreto finora Ecpat ?
Buone leggi: in Italia abbiamo la migliore al mondo. Grazie al nostro intervento il Parlamento italiano ha approvato nel 1998 la 269 (poi migliorata e aggiornata dalla 38/06 sempre promossa da Ecpat) che ha previsto per la prima volta il reato di sfruttamento sessuale di minori in Italia eall’estero. Stabilisce che chiunque compia atti sessuali a pagamento, con minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni sia processato in Italia anche se il fatto è avvenuto fuori dai nostri confini. E le pene previste sono severissime: fino a 24 anni di carcere. Quello che ancora bisogna migliorare sono forme di cooperazione tra le polizie, tra le giurisdizioni, che permettano che il reato commesso in Brasile o Thailandia venga punito da noi raccogliendo le prove là.
Che cosa si impara a vivere così strettamente a contatto con la compravendita dei bambini e la loro sofferenza?
Si mpara che i bambini sono persone, s’impara a parlare con loro e ad ascoltarli, a vedere quanto sono delicati. E soprattutto io, in questi vent’anni anni, ho imparato una cosa che non mi sarei aspettato: ho scoperto che i minori, nella maggior parte femmine, sessualmente molestati nell’infanzia (sotto i 12 anni) non sono tanti come pensavo, ma sono quasi tutti. Una percentuale talmente alta da essere inimmaginabile: direi almeno una bambina su due. Spesso di queste molestie non hanno mai parlato a nessuno e sono cresciute, crescono con queste sofferenze nel corpo. Un dato di fatto molto allarmante… sul quale c’è tanto da lavorare.