Premessa: più audiovisivo, più innovazione, più cultura
“Varare una legge di riordino complessivo del sistema audiovisivo italiano che superi gli steccati tra cinema e tv, riconosca e disciplini le Film Commission, prevede una Direzione Generale del Mibac dedicata all’audiovisivo”.
Questo è il quinto di otto punti qualificanti di una possibile quanto inderogabile riforma del settore, contenuto in una lettera aperta inviata il 3 maggio 2013 ai nuovi Ministri Bray e Zanonato e a tutte le istituzioni da parte delle Associazioni di categoria del settore audiovisivo.
In quell’appello pubblico, si sosteneva che fosse giunto il momento di varare leggi innovative capaci di accogliere la sfida per l’innovazione e la crescita del Paese dopo anni spesi a studiare gli impatti economici dell’audiovisivo sui territori e alla acquisita certezza scientifica in base alla quale per ogni euro pubblico, le produzioni audiovisive ne generano sino a 6.
Da questo contesto muove e prende le mosse il presente studio commissionato a Fondazione Rosselli da Luce-Cinecittà (la cui compagine è stata di recente ristrutturata sotto il profilo organizzativo e gestionale) su input dell’Associazione Nazionale delle Film Commission.
Anche a seguito di alcuni incontri preliminari volti ad approfondire il taglio e le tematiche da trattare all’interno dello studio, sin dalle prime battute è stato condiviso un percorso di analisi aperto e basato sul reciproco confronto con i vari responsabili delle FC aderenti al coordinamento puntando in via prioritaria a tracciare/narrare lo stato di salute del settore audiovisivo a livello regionale a partire dalla sua valenza socio-economica e dalle numerose declinazioni ed oggetti di osservazione.
In questi cinque intensi mesi di attività, lo staff di ricerca ha scandagliato (non senza ostacoli e difficoltà) in profondità ciascun territorio facendo emergere punti di forza e di debolezza, elementi di criticità ma anche le forti potenzialità, soprattutto là dove si persegue con intelligenza e lungimiranza una politica posta al servizio delle specificità locali e capace di incoraggiarne la vocazione territoriale.
In quasi tutti i casi abbiamo riscontrato un ruolo sempre più centrale strategico svolto dalle Film Commission a sostegno dei giovani talenti, degli autori, dei videomakers, delle imprese e delle maestranze locali. Un ruolo che si sta ampliando e diversificando per abbracciare l’intera filiera nella consapevolezza che il supporto alla produzione non può essere disgiunto da quello alla distribuzione e alla promozione anche in un’ottica internazionale (si pensi alla presenza delle FC all’interno dei network europei per favorire le coproduzioni ed attrarre risorse e capitali esteri sui propri territori).
Le schede che vi proponiamo in questo studio sono dunque il frutto di una condivisione con una rete di soggetti pubblici e privati che si sono resi disponibili a fornire informazioni, spunti di riflessione, critiche aperte che ci hanno consentito di evidenziare quali fattori di innovazione contribuissero ad alimentare il comparto, di individuare le iniziative di formazione a maggior valore aggiunto, di valutare attraverso indicatori quali-quantitavi la capacità di attrazione delle risorse o ancora la presenza di interconnessioni e reti di partenariato sul territorio.
Lo studio ha una duplice finalità: fornire un quadro esaustivo al committente (Luce Cinecittà/Mibact – Dg Cinema) delle funzioni e delle attività svolte dalle FC mettendolo al servizio anche dello Stato e delle Regioni impegnate nel processo di riforma dei vari livelli di governo del settore. Anche per questo motivo si è ritenuto utile dedicare una parte importante del lavoro alle relazioni Stato-Regioni ospitando il parere di alcuni esperti di rilievo nazionale ed europeo ciascuno dal proprio angolo di osservazione (cfr. Appendice). Dall’altro si risponde all’esigenza espressa dal Coordinamento nazionale delle FC (che ha fortemente caldeggiato questo studio presso il committente nel quadro di una convenzione ad hoc) di scattare una fotografia (in movimento) delle risorse generate dall’audiovisivo nei
territorio in cui operano le FC stesse.
L’auspicio pertanto è che i dati e le informazioni contenute nella ricerca possano fornire un utile contributo ai vari stakeholder a livello nazionale e regionale in questa delicata fase di confronto e di negoziato in merito alle attribuzioni di competenza in materia di cinema e audiovisivo, nel quadro di un più ampio ed organico disegno di riforma per razionalizzare e rendere più efficace l’azione pubblica di sostegno e di facilitazione degli operatori del settore.
Solo da una approfondita e reciproca comprensione delle specificità presenti nei vari territori e delle peculiari vocazioni è possibile dar vita ad un dibattito aperto e possono rafforzarsi le reti collaborative in un processo di contaminazione e scambio permanente pur nella consapevolezza delle forti differenze esistenti.
Anche per questa ragione auspichiamo che lo sforzo compiuto dalla Fondazione Rosselli nel tentativo non agevole di giungere ad mappatura delle risorse che alimentano il cinema e l’audiovisivo a livello regionale non venga disperso e
che tale strumento di monitoraggio possa essere perfezionato ed aggiornato periodicamente per valorizzare al meglio le energie profuse in questi mesi dal gruppo di lavoro e dal nutrito panel che vi ha collaborato e che ringrazio per la disponibilità e il tempo dedicato a questo studio.
Si tratterebbe di una scelta intelligente e lungimirante che consentirebbe di cogliere in tempo reale l’evoluzione dei territori sotto il profilo normativo, gestionale e produttivo considerando l’apporto sempre più rilevante fornito allo sviluppo economico e alla crescita culturale dei territori italiani. Un modo per riconoscere il “senso” che questi soggetti hanno per il cinema e l’audiovisivo.
Bruno Zambardino
Coordinatore Istituto di Economia dei Media
Fondazione Rosselli
Scarica il volume 1
Scarica il volume 1