Assistiamo, nel dibattito politico italiano, a una deriva populista e plebiscitaria alimentata dalla crisi di rappresentanza dei partiti, dall’allontanamento dei cittadini dalla sfera pubblica, dalla spettacolarizzazione del confronto politico. Si distorcono così gli equilibri dell’assetto istituzionale del paese, si alterano i rapporti tra un governo che diviene prevaricatore e un Parlamento che viene esautorato delle sue funzioni ed è oggi “l’organo costituzionale più mortificato della Repubblica”. Pur tra tante difficoltà, gli organi di garanzia costituzionale continuano invece a funzionare. Ed è grazie a loro che il nostro Montesquieu è ancora solo “dimezzato” e l’Italia può ancora collocarsi fra le democrazie liberali.
La politica, europea e italiana, che guarda a oriente tende a concentrarsi sulla Cina, spesso, erroneamente, tralasciando di considerare la ricchezza di opportunità che offrono l’India e il suo vigoroso sviluppo economico. Crediamo quindi sia utile ripercorrere i tratti della fitta rete di relazioni che ci legano all’India e avviarci lungo un percorso di conoscenza attraverso le tante luci del progresso sociale ed economico del paese asiatico, ma anche attraverso la complessità delle sue contraddizioni.