Parola-chiave nell’attuale dibattito politologico e sociologico, "cosmopolitismo" evoca il senso di una nuova era, caratterizzata dalla progressiva dissoluzione dei confini e delle tradizionali distinzioni nazional-statali. Come spesso accade, la categoria attraverso la quale si cerca di dare forma riflessiva alla spiazzante realtà del nuovo è una nozione carica di storia, che nella sua stessa sostanza lessicale ci proietta indietro nel tempo, sino agli albori della civiltà occidentale. Il volume ricostruisce la complessa vicenda dell’ideale cosmopolitico dal punto di vista della storia del pensiero, facendo emergere i diversi livelli di senso che nel corso dei secoli si sono succeduti, intersecati e sovrapposti nella definizione del suo composito contenuto pratico-politico. Muovendo dal grande laboratorio filosofico dell’età classica – dove l’ideale cosmopolitico trova la sua prima, decisiva, articolazione terminologica e concettuale – l’autore ripercorre i secoli del lungo Medioevo, dominati dalla reinterpretazione del concetto in chiave cristiana, per approdare all’analisi del dibattito settecentesco, nell’ambito del quale l’ideale della cittadinanza del mondo viene assumendo per la prima volta quella concreta progettualità politico-sociale che ancora oggi domina la riflessione sul nuovo ordine della globalizzazione.
Edizioni Il Mulino
pp. 456,
978-88-15-10997-2
anno di pubblicazione 2006