Le Lettere familiari di Aldo Capitini sono importanti per capire il nostro autore, perché ci portano in una dimensione inedita, rispetto a quella pubblica. Nel carteggio aleggia un’aura capitiniana, che non appartiene soltanto ad Aldo ma a “Casa Capitini”, un universo familiare (padre, madre, fratello, cognata, cugino) abitato dai “buoni” e caratterizzato da una serena accettazione del presente e dalla fiducia che anche dagli eventi inaspettati possa sempre venire del bene. L’ asse principale, attorno a cui ruotano i discorsi di tutti, è Aldo con la sua forte personalità e la sua storia personale. Vediamo al centro la sua figura, intorno a lui i suoi corrispondenti familiari, quasi “umili” manzoniani, figure modeste e marginali sullo sfondo della grande Storia, che si accontentano di vivere nel riflesso della luce emanata da Aldo. Tutto si può osservare e misurare sotto questa luce che non li priva però della loro grandezza, che è su un altro piano. Se il racconto della loro vita è povero di eventi, la parola di Aldo restituisce a ognuno il giusto valore e la vera grandezza in quella “realtà di tutti”, dove nessuno è minore, nessuno escluso, perché comunque partecipa alla produzione corale dei valori. In queste lettere non ci sono solo i temi umili della vita quotidiana e dell’economia domestica: irrompono le vicende della “cacciata” di Aldo dalla Scuola Normale di Pisa (1933) e quelle dell’arresto e carcerazione (1942-43), vicende magistralmente gestite da Aldo con modalità e parole capaci di riportare sempre calma, tranquillità, fiducia là dove ci sono ansia e preoccupazione per la sua sorte e il suo futuro.
Carocci Editore
EDIZIONE: 2012
COLLANA: Epistolario di Aldo Capitini (6)
ISBN: 9788843066537
Pagine 244
Leggi la scheda del libro