Viviamo in tempi sempre più incerti e difficili. Certezze d’un tempo si stanno sgretolando insieme allo Stato sociale cui queste erano collegate. E lo Stato sociale si fa fragile perché è la sua sua qualità principale ad essere attaccata e rimaneggiata al ribasso, la capacità di ascrivere diritti sociali ai cittadini e sì pure agli stranieri, ché i diritti sociali sono stati pensati almeno in via di principio come universali. Tutto ciò però è teoricamente e politicamente controverso. Nelle due lezioni che qui si pubblicano è questo il tema che si affronta, della pregnanza e complessità – concettuale ed istituzionale – di strumenti che la cittadinanza si era data per accedere ad un modello di ordine politico imperniato sulla ridistribuzione della ricchezza e del potere materiale. I diritti fondamentali “classici” dello Stato liberale, i diritti “civili” e “politici”, quelli “negativi” di difesa dall’ingerenza statale e quelli “positivi” di partecipazione alla sfera politica, si completano col conferimento di diritti “sociali”, di diritti a prestazioni sociali. Questi ultimi tuttavia una società nuovamente risospinta verso una concezione aspramente individualista della convivenza, verso un’economia altamente competitiva di mercato, si ritrova a vedere drammaticamente rimessi in discussione.
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Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli
ISBN: 9788849527759
anno di pubblicazione 2014
Nr. Pagine 52
Formato 12,5×21
Autore: Ansuátegui Roig Francisco Javier