Tutti crediamo di sapere che cos’è la democrazia. Ci definiamo «democratici» e lamentiamo pretese «non democratiche» in tanti comportamenti di persone e istituzioni. Eppure ingiustizia, sopraffazione e oppressione dilagano. Non sempre riconosciute, spesso incontrastate. Come mai? Il libro risponde a questa domanda, offrendo un quadro articolato della democrazia reale – del suo stato di salute al tempo della «globalizzazione neoliberista» – e indagando la costellazione di insidie e di patologie che da più parti l’assediano: dal populismo alla retorica dell’antipolitica, dalla tecnocrazia all’ineffabile meritocrazia, dalla corruzione al moralismo politico. Ma la critica non è fine a se stessa. Rielaborando i contributi teorici di due protagonisti della scena filosofica contemporanea (Habermas e Castoriadis), si apre, in positivo, alla costruzione di un modello di comunità sociale capace di esprimere il senso più autentico del principio democratico. L’idea è che la democrazia non consista soltanto nell’osservanza di procedure formali basate sul principio di maggioranza, bensì anche nel rispetto di elevati standard di giustizia sociale, che vincolano gli esiti della scelta politica a precisi criteri di correttezza, coerenza ed equità. Prende così forma una teoria radicale della democrazia. Nella quale l’esercizio dell’autorità coincide essenzialmente con la pratica dell’autonomia collettiva; il corpo sociale definisce in concreto regole della convivenza compatibili con i princìpi di libertà ed eguaglianza; e la funzione del diritto non consiste tanto nell’organizzare la forza, quanto nel porre limiti invalicabili alla violenza.
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Editore: DeriveApprodi, Roma
Autrice: Marina Lalatta Costerbosa
ISBN: 978-88-6548-103-5
PAGINE: 192
ANNO: 2014