Nonostante la crisi delle istituzioni democratiche ‘reali’ sia sempre più manifesta, l’idea democratica continua ad essere quasi universalmente considerata come la sola garanzia possibile della legittimità degli ordinamenti politici. Questo apparente paradosso ricorda che, come già riconosceva Hans Kelsen, i rischi peggiori per la democrazia provengono dai suoi successi ideologici. È proprio il suo affermarsi quale «parola d’ordine» unanimemente condivisa che rischia di trasformare la democrazia in un’etichetta priva di ogni profondità storica e di ogni urgenza politica. Indagando il concetto moderno di democrazia sullo sfondo delle trasformazioni istituzionali che ne hanno accompagnato lo sviluppo, questo lavoro vorrebbe decostruire quell’aura di necessità della quale le democrazie ‘reali’ oggi amano circondarsi. Attraverso un serrato confronto con i classici l’autore prende in considerazione alcune tra le più incisive critiche che la democrazia dei moderni ha attirato su di sé dall’epoca della sua invenzione sino ad oggi, per concludere con un’analisi della presente riduzione postdemocratica delle istituzioni delle democrazie d’elezione. Ricordando come la forma storicamente assunta dalle istituzioni democratiche sia stata sempre il risultato di un acceso confronto politico, questo libro invita a ripensare le forme della rappresentanza democratica al di fuori di ogni ingenua comprensione pseudo-naturalistica: esso vorrebbe così contribuire a riattivare quel processo di invenzione in cui una democrazia non ridotta a feticcio di sé stessa deve consistere.
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Editore: Firenze University Press, Firenze
Autore: Dino Costantini
Anno di edizione: 2012
Pagine: 190
ISBN: 978-88-6655-230-7