L’ingresso del diritto nel campo della salute mentale rappresenta uno dei fattori dell’evoluzione realizzatasi in questo ambito, che, incluso nel circuito normativo, prima costituzionale e poi legislativo, è divenuto moltiplicatore trasformativo e stabilizzatore sociale delle conquiste raggiunte. Si tratta di cambiamenti che incidono sull’impalcatura istituzionale, sulle basi cognitive delle istituzioni, sulle grammatiche di giustizia e sui modi in cui le norme sono praticate, toccando inevitabilmente anche il diritto nel suo insieme.
Affrontare il problema del diritto alla salute mentale pone di fronte a confini strutturalmente variabili, da cui scaturiscono principi, regole e semantiche spesso fra loro estremamente distanti. L’ingresso del diritto nel campo della salute mentale rappresenta tuttavia uno dei fattori dell’evoluzione realizzatasi in questo ambito, che, incluso nel circuito normativo, prima costituzionale (artt. 2, 13 e 32 Cost.) e poi legislativo (legge 180/1978), è divenuto moltiplicatore trasformativo e, al contempo, stabilizzatore sociale delle conquiste raggiunte. Si tratta di cambiamenti che incidono sull’impalcatura istituzionale, sulle basi cognitive delle istituzioni, sulle grammatiche di giustizia e sui modi in cui le norme sono praticate, toccando inevitabilmente anche il diritto nel suo insieme. In particolare il diritto costituzionale ha contribuito in modo determinante al lavoro di cambiamento sociale innescato dalle prassi di deistituzionalizzazione, rimuovendo gli ostacoli al pieno sviluppo e alla partecipazione delle persone con sofferenza psichica alla vita sociale, sgretolando i rapporti di oppressione, consentendo di vivere la contraddizione del rapporto con l’altro e di accettare la contestazione, ovvero di dare valenza positiva al conflitto, alla crisi, all’indebolirsi dei ruoli e delle identità in vista della fioritura della persona umana.
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Editore: Franco Angeli, Milano
Autore: Stefano Rossi
Pubblicazione: 2015
Pagine: 450
ISBN: 9788891725950