Lon L. Fuller (Hereford 1902- Monaco di Baviera 1978) è stato uno dei più eminenti giuristi americani dello scorso secolo. Figura centrale del dibattito filosofico giuridico degli anni Cinquanta e Sessanta, docente raffinato ed innovativo, Fuller ha insegnato per quasi vent’anni presso la School of Law dell’Università di Harvard. Il suo libro più noto, The Morality of Law del 1964, è stato tradotto in cinque lingue, divenendo un classico della disciplina. La sua operetta The Case of the Speluncean Explorers, pubblicata nel 1949 nella “Harvard Law Review”, è considerata un piccolo capolavoro nel suo genere, nonché uno degli strumenti didattici più apprezzati da generazioni di studenti di Jurisprudence.
Il dibattito che dal 1958 e per più di vent’anni lo ha visto protagonista insieme all’alter ego inglese H.L.A. Hart costituisce tutt’oggi un passaggio obbligato per chiunque sia interessato alla questione dei rapporti tra il diritto e la morale e al problema della legge ingiusta. Come David Luban ha sottolineato: “Sotto molti aspetti Fuller è il più appagante e suggestivo autore di filosofia del diritto del ventesimo secolo – l’unico che è riuscito a conciliare l’astratto con il concreto, ciò nel senso che la sua filosofia sembra emergere direttamente dalla pratica del diritto”. Il che non stupisce, visto che Fuller ha sempre affiancato all’attività accademica quella di giurista pratico, come avvocato nel prestigioso studio Ropes, Gray, Best & Rugg e come arbitro per l’American Arbitration Association. La sua eredità teorica ha certamente ispirato l’opera di grandi interpreti della filosofia del diritto contemporanea, quali Ronald Dworkin e Robert Alexy. I due scritti qui proposti nella traduzione italiana testimoniano la modernità e la freschezza di un grande teorico del diritto del ‘900.
Editore: Mimesis, Milano-Udine
Autore: Lon L. Fuller
A cura di Andrea Porciello
ISBN: 9788857576633
Pagine: 132
Anno di pubblicazione: 2021