Prefazione di Massimo La Torre
Merlino si ripropone in prima battuta di rimettere in discussione tutta una filosofia della storia e del lavoro, di provenienza hegeliana la prima, di ascendenza lockiana e ricardiana la seconda. Cioè è il tentativo di sovvertire il paradigma marxiano di comprensione e spiegazione degli accadimenti storici, e tanto più dei fenomeni economici reputati il motore dei primi. In questo senso e in questa direzione, Merlino è persino più radicale di Bakunin che già per il verso della filosofia della storia aveva attaccato intelligentemente e virulentemente la teodicea materialista di Marx. Eppure Bakunin, privo com’è di cultura economica, non è in grado di rovesciare il modello marxiano. Il quale anzi, per il verso della teoria economica, è fatto proprio dagli Internazionalisti bakuninisti, com’è il caso di Cafiero, il quale -com’è noto- è uno dei primissimi attenti lettori del Capitale e il primo a fornirci un’esposizione succinta ma pregnante della dottrina di Marx in quel piccolo gioiello letterario che è il Compendio del Capitale…
Una Città, Forlì, 2012 ("quaderni dell’altra tradizione – 6)