Da quando il pensiero occidentale elabora un suo pensiero della polis , ci si interroga periodicamente e sistematicamente su che cosa e su chi sia il cittadino. Le riflessioni che compongono questo volume tentano di affrontare un ulteriore problema: quello dei soggetti ai quali, per norma fino a un determinato periodo, e nei fatti, nelle epoche successive, sia stato sottratto o misconosciuto il “diritto di cittadinanza”.
Il nucleo tematico prevalente è quello della cittadinanza femminile visto non più, o non solo, come una estensione territoriale dell’esercizio di diritti, oggi normalmente riconosciuti. Il problema della cittadinanza femminile è proposto all’interno della storia della elaborazione politica, come la possibilità di andare oltre una nozione di cittadinanza che sia letta soltanto come possesso formale di requisiti e poteri, ma come l’introduzione di “pratiche” civili, incluse in una fenomenologia nuova della stessa democrazia.
Il discorso si dipana affrontando tematiche alcune volte ritenute limitrofe dal pensiero classico, come quello della pratica della cittadinanza in contesti socio-culturali di degrado. Così, parlare della dis-abilità vuole proporre o avvalorare lo sguardo storico e teorico all’essere cittadini delle minoranze , in un’era nella quale le appartenenze nazionali si sfumano e pare avanzare, nel terzo millennio, un nuovo modello di cosmopolitismo. Purché, stavolta, esso riconosca, rispetti, valorizzi le differenze così come si presentano in una città plurale e in una cittadinanza delle pratiche e non più solo delle norme.
Editore: Franco Angeli, Milano
Autrice: Marisa Forcina
ISBN: 9788846448835
Pagine: 224
Anno di pubblicazione: 2003