Realizzare la società post-incenerimento e generare nuova occupazione. Casadei: “Un’altra gestione dei rifiuti è possibile, ora”
Il futuro è bruciare sempre meno rifiuti, fino ad arrivare alla soglia dello zero, e recuperare e riciclare sempre di più. Ce lo chiede l’Unione europea, indicando elevati obiettivi di riduzione dei rifiuti, e ce lo suggeriscono alcuni Comuni virtuosi, tra i quali quelli dell’Unione forlivese dei Comuni, che stanno sostenendo la transizione dal sistema attuale a quello del prossimo futuro. Un futuro in cui gli impianti di smaltimento (inceneritori e discariche) dovranno sempre più essere residuali e i rifiuti trattati principalmente attraverso impianti di recupero. Questa è la società post-incenerimento cui anche la Regione Emilia-Romagna deve guardare a partire dal Piano di gestione dei rifiuti in corso di elaborazione e che l’Amministrazione del Comune di Forlì, in rete con gli altri comuni del territorio, sta cercando di realizzare.
Il piano regionale deve individuare interventi finalizzati al contenimento della produzione alla fonte: questo significa incentivare azioni volte ad ampliare la durata della vita dei prodotti, a privilegiare processi di produzione più efficienti e virtuosi e a orientare le scelte dei cittadini consumatori verso prodotti e servizi che generino una minor quantità di rifiuti. Oltre a questa importante azione, il Piano – come indica il Documento preliminare approvato nelle scorse settimane – mira ad arrivare entro il 2020 al 70% di raccolta differenziata.
Ciò che più conta, oltre alla quantità, è tuttavia la qualità della raccolta; a tal proposito il piano fissa a 60% la quantità di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico da avviare a riciclaggio. Queste risorse costituiranno nuova materia prima per avviare nuove filiere di recupero e di economia del riciclo, in grado di generare nuove imprese e nuova occupazione. Un ulteriore elemento su cui il piano dovrà investire è quello relativo al trattamento della frazione di rifiuto che residua dalla raccolta differenziata, ovvero il Rifiuto Urbano Residuo, che rappresenta il 30% del rifiuto urbano.
È importante attivare processi che portino ad un ulteriore recupero di circa il 50% di questa frazione di rifiuto, riducendo ulteriormente la necessità di ricorrere allo smaltimento, con evidenti vantaggi ambientali. L’aumento della raccolta differenziata e del materiale avviato a recupero offrirà al mercato una crescente quantità di materie prime seconde e di materiali che anziché generare costi e problemi ambientali, dovuti al loro smaltimento, apriranno nuove opportunità.
Questo processo virtuoso potrà generare infatti nuove attività imprenditoriali, posti di lavoro e risparmio di materie prime, di energia e di emissioni clima alteranti. Dunque è molto importante, come suggerisce il Documento preliminare al Piano regionale di gestione dei rifiuti, che si pensi ad un Piano strettamente collegato ad un’idea di sviluppo e di società, che fa dell’economia verde nelle sue molteplici forme un asse strategico. A questo deve accompagnarsi – come prevede la proposta di legge regionale sui rifiuti attualmente al vaglio della Commissione Ambiente e di cui è relatrice il consigliere regionale Sel-Verdi, Gabriella Meo – un sistema di tariffazione puntuale che premi i comportamenti più virtuosi.
Ciò può finalmente rendere concreta un’altra modalità di gestione dei rifiuti: che superi – entro un tempo di transizione piuttosto breve – il modello degli inceneritori (e quello di Forlì potrà così essere chiuso di qui al 2020) e che, mediante una gestione in house su scala di distretto territoriale e non più necessariamente legata alle multiutility, consenta ai Comuni di investire in economie ad alta qualità tecnologica e rispettose dell’ambiente.
La via indicata dai Sindaci del territorio forlivese, che vede il pieno sostegno delle Associazioni ambientaliste, dimostra per davvero che un’altra concezione dei rifiuti è possibile: una preziosa risorsa, nel pieno rispetto della salute e in grado di avere effetti positivi sul piano occupazionale.
Thomas Casadei
Consigliere regionale Pd
Commissione “Territorio, Ambiente e Mobilità”
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