IMPEGNO PUBBLICO E ATTIVITA’ ISTITUZIONALE – Aggiornato a dicembre 2014

Pienamente condivisibili le richieste dei 15 sindaci dell’unione forlivese. Ausl Unica di Romagna: il “come” fa la differenza.

img_8684_img_810_sanita01GFin dal 2010 sono stato tra i primi a chiedere di ragionare pubblicamente del progetto dell’Ausl unica di Romagna e di un’organizzazione della sanità romagnola che entro un quadro di sistema desse centralità ai distretti (articolazioni dell’Azienda sanitaria su dimensioni territoriali ottimali in cui ricercare l’equilibrata diffusione dei servizi sanitari e socio-sanitari in base ai bisogni reali dei cittadini attraverso un rinnovato ruolo di controllo delle amministrazioni locali).
All’epoca erano tanti i “se” e i “ma”, dubbi, diffidenze, rilievi a quello che veniva definito un progetto irrealizzabile. C’era chi sosteneva, anche pubblicamente, ipotesi come quella di fusione delle di Cesena e Forlì, un progetto di cortissimo respiro e, a mio avviso, non adeguato. Ora in tanti si sono convertiti, fino a divenire dei sostenitori entusiasti. Di fatto per condividere un progetto assai rilevante e importante, che tocca in primis la salute delle persone e al contempo tantissimi lavoratori e lavoratrici, nonché forme organizzative complesse, servono percorsi partecipati e una solida condivisione. Occorrono dettagli, numeri, quell’ “atlante dei servizi” in diverse occasioni, pubbliche e istituzionali, richiamato come precondizione e base su cui poggiare orientamenti e scelte rivolte al futuro, che riguardano un soggetto che muove più di due miliardi all’anno di spesa; occorrono indirizzi, mandati chiari, sottoscritti in modo solenne e che siano di imprescindibile riferimento per le azioni future, per ogni soggetto del sistema.
I sindaci dell’Unione forlivese – che lega 15 comuni in modo finalmente stretto e alla luce di patti di cooperazione condivisi – pongono questioni vere e ineludibili: prima di una legge, e insieme ad essa, occorrono percorsi – alcuni in atto – e forme di costante raccordo e dialogo. E le eventuali ‘mediazioni’ sono frutto di eventuali ‘negoziazioni’ alla luce del sole, sulla base di criteri di valutazione, principi, ragionamenti che possano essere rendicontati, sulla base di rigorose documentazioni. Stupisce che qualcuno ritenga incomprensibili richieste che vengono da chi ha rapporti diretti e quotidiani con i cittadini e con le questioni relative alla cura e alla salute delle persone, un bene primario e assolutamente fondamentale. Servono risposte e rigore. Nessuno “mette all’angolo” o “isola” nessuno – neppure con una lettera o qualche uscita sui giornali – se 15 sindaci insieme, di un territorio come quello forlivese, pongono domande non sul “se” ma sul “come” di un percorso complesso e assai importante, peraltro sulla scorta di documenti precedenti. E, sotto questo profilo, al di là della carta, contano patti solidi e alla luce del sole. Una legge “istituente” sull’organizzazione della sanità romagnola – quale quella a cui si sta lavorando – deve poggiare su solide fondamenta, su un progetto costruito, passo a passo, e bene. Il come “fa la differenza” e sul come occorre lavorare in modo autentico, ora, anche con tempi celeri ma mettendo in fila le priorità prima di arrivare alle scelte definitive. Altrimenti la politica e le istituzioni rischiano solo di far baccano e ciò non serve proprio a nulla. Sono riflessioni di chi al sistema romagnolo crede, entro percorsi di confronto vero, e di chi all’Ausl Unica di Romagna guarda come obiettivo decisivo da raggiungere non dall’ultima ora. Con scelte partecipate, nel rigore di un progetto di qualità.

Thomas Casadei
consigliere regionale PD

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che bene conosciamo e che non ci prendono il cuore.

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Davvero, vivo in tempi bui!

La parola innocente è stolta. Una fronte distesa

vuol dire insensibilità. Chi ride,

la notizia atroce

non l'ha saputa ancora.

Quali tempi sono questi, quando

discorrere d'alberi è quasi un delitto,

perchè su troppe stragi comporta silenzio!

E l'uomo che ora traversa tranquillo la via

mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici

che sono nell'affanno?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.

Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla

di quel che fo m'autorizza a sfamarmi.

Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,

e sono perduto).

"Mangia e bevi!", mi dicono: "E sii contento di averne".

Ma come posso io mangiare e bere, quando

quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e

manca a chi ha sete il mio bicchiere d'acqua?

Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.

Nei libri antichi è scritta la saggezza:

lasciar le contese del mondo e il tempo breve

senza tema trascorrere.

Spogliarsi di violenza,

render bene per male,

non soddisfare i desideri, anzi

dimenticarli, dicono, è saggezza.

Tutto questo io non posso:

davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,

quando la fame regnava.

Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,

e mi ribellai insieme a loro.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.

Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.

Feci all'amore senza badarci

e la natura la guardai con impazienza.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.

La parola mi tradiva al carnefice.

Poco era in mio potere. Ma i potenti

posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Le forze erano misere. La meta

era molto remota.

La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me

quasi inattingibile.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi

dove fummo travolti

pensate

quando parlate delle nostre debolezze

anche ai tempi bui

cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,

attraverso le guerre di classe, disperati

quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:

anche l'odio contro la bassezza

stravolge il viso.

Anche l'ira per l'ingiustizia

fa roca la voce. Oh, noi

che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,

noi non si potè essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l'ora

che all'uomo un aiuto sia l'uomo,

pensate a noi

con indulgenza.

(Bertolt Brecht, “A coloro che verranno”, 1939)

Un libro prima di essere un oggetto di mercato è un rapporto sociale

(sensibili alle foglie)

www.sensibiliallefoglie.it - www.libreriasensibiliallefoglie.com

C'è un'unica

verità elementare

la cui ignoranza uccide

innumerevoli idee

e splendidi piani:

nel momento in cui

uno si impegna a fondo,

anche la Provvidenza

allora si muove.

Infinite cose accadono

per aiutarlo,

cose che altrimenti

non sarebbero

mai avvenute...

Qualunque cosa tu possa fare,

o sognare di poter fare

cominciala.

L'audacia ha in sé genio,

potere e magia.

Cominciala adesso.

(J. W. Goethe)

... prepareremo giorni e stagioni

a misura dei nostri sogni

( Paul Eluard)

No, giovani, armate invece il vostro animo di una fede vigorosa: sceglietela voi liberamente purchè la vostra scelta presupponga il principio di libertà. Se non lo presuppone voi dovete respingerla, altrimenti vi mettereste su una strada senza ritorno, una strada al cui termine starebbe la vostra morale servitù: sareste dei servitori in ginocchio, mentre io vi esorto ad essere sempre degli uomini in piedi, padroni dei vostri sentimenti e dei vostri pensieri. Se non volete che la vostra vista scorra monotona, grigia e vuota, fate che essa sia illuminata dalla luce di una grande e nobile idea. A voi tutti i più fervidi auguri per l'anno che sta sorgendo?

(Sandro Pertini, 31 dicembre 1978)

"La teoria pura va lasciata a coloro che hanno il buon tempo di riflettere soltanto, ma non hanno il tempo da dedicare alle vittime di questa terra"

(J.H. Cone)

La libertà ... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica

(Ignazio Silone, Uscita di Sicurezza)

Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere

(Paulo Coelho)

Non c'è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale, non si può separare l'homo faber dall'homo sapiens. Ogni uomo infine, all'infuori della sua professione esplica una qualche attività intellettuale, è cioè un "filosofo", un artista, un uomo di gusto, partecipa di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di condotta morale, quindi contribuisce a sostenere o a modificare una concezione del mondo, cioè a suscitare nuovi modi di pensare.

(Antonio Gramsci)

Un'antica leggenda cinese parla del filo rosso del destino, dice che gli dei hanno attaccato un filo rosso alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai.

Jake Bohm (David Mazouz), in Touch, 2012

Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa,mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore. E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.

(Josè Saramago)

C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.

(Erri De Luca, Il giorno prima della felicità)

Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno che ami e lui ricambia stringendoti più forte

(Charles Bukowski)

I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;

sempre liberi di separarsi senza separarsi mai

(Alfred Bougeard)

Incontrarsi fu trovarsi. Nel momento misterioso in cui le loro mani si toccarono, esse si saldarono.

Quando quelle due anime si scorsero, si riconobbero come necessità reciproca e si abbracciarono indissolubilmente

(I miserabili - Victor Hugo)