Beni artistici e culturali: fondamentali il coinvolgimento delle scuole e lo sguardo all’Europa
E’ stato presentata in commissione “Turismo cultura scuola formazione lavoro sport” la relazione per l’anno 2012 dell’Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali (Ibacn) dell’Emilia-Romagna. Il consigliere regionale Thomas Casadei, capogruppo PD in Commissione, svolge alcune riflessioni in merito
“Scopo essenziale dell’Istituto – sottolinea Casadei – è far sì che i beni culturali dell’Emilia-Romagna, dai palazzi storici ai musei, dai paesaggi alle tradizioni gastronomiche, vengano sempre più intesi dai cittadini come beni comuni, fattori di identità e di comunità da valorizzare, comprendendone appieno anche le ricadute economiche e occupazionali. L’Ibacn sostiene le istituzioni locali che si occupano di archivi, biblioteche e musei; più di recente ha assunto anche la funzione di archiviare e conservare i documenti informatici prodotti da Regione, Province, Comuni e altri soggetti pubblici (per esempio, le Asl): grazie a questo lavoro sono già più di 5 milioni i documenti digitali conservati e catalogati”.
“Nell’ultimo anno l’Ibacn ha sviluppato importanti relazioni con le scuole e l’associazionismo giovanile: basti pensare, ad esempio, a progetti importanti come “Io amo i beni culturali” e “Giovani e territorio” che hanno coinvolto gli studenti delle scuole e coinvolto, in via sperimentali, gli assessorati alle politiche giovanili di diversi comuni, a cominciare da quello di Forlì (con un progetto pilota legato, appunto, al percorso “Giovani e territorio)”.
“L’Istituto – prosegue il consigliere PD – guarda anche all’Europa, e sta e affinando la propria capacità di partecipare a gare europee e ottenere finanziamenti: grazie a questa attività ogni anno arrivano in media circa 400mila euro che servono allo sviluppo di progetti come “Learning Museum”, “Italia Slovenia” e “Adria Muse”, un progetto transfrontaliero nel quale sono coinvolti 11 partner provenienti da cinque nazioni su entrambe le sponde dell’Adriatico e che ha tra gli obiettivi il consolidamento dei rapporti tra paesi nonché il sostegno allo sviluppo sostenibile della regione adriatica”.
“Molto importante – conclude Casadei – è anche il lavoro di mappatura realizzato dall’Istituto, e che riguarda edifici e stabilimenti in disuso: si tratti di luoghi che possono essere ristrutturati e riadattati per funzionare come nuovi contenitori di cultura, in maniera sostenibile e senza consumo di territorio. E’ quest’ultima una frontiera certamente interessante, che per esempio a Forlì ha trovato un importante terreno di sperimentazione nell’ex deposito ATR grazie alla creatività e all’impegno di associazioni come Città di Ebla e Spazi indecisi”.
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