Gioco d’azzardo: azioni immediate per arginare un’emergenza sociale
Una trappola a portata di mano, al bar, in tabaccheria, persino sul cellulare. Giocare d’azzardo non è mai stato così semplice. E le persone più fragili rischiano di cadere in una malattia chiamata ‘ludopatia’.
Per bilanciare la spesa, lo Stato, secondo la Ragioneria Generale, ha incassato dal Lotto e altri giochi simili 12,345 milioni di euro nel 2011 e prevede di arrivare a 14,504 milioni entro quest’anno.Secondo i dati del Ministero della Salute in Italia sono 700 mila i malati di gioco, di cui 300 mila patologici. Nel 2011, secondo i dati della Relazione sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, sono stati in trattamento per questa patologia 4.687 soggetti, per un costo sul Sistema Sanitario Nazionale di circa 1 milione di euro. Facendo un rapido calcolo e confrontando questa cifra a tutti i ludopatici patologici, il costo per le cure oscillerebbe tra i 60 e i 140 milioni di euro.
Dati allarmanti che non risparmiano la nostra regione. In Emilia-Romagna, infatti, nel 2011 si sono rivolti al Sert per dipendenza da gioco 640 persone (nel 2010 sono stati 512). Gli utenti sono principalmente uomini (79,5%) e abbastanza giovani, anche se il picco della malattia si verifica intorno ai 40 anni. Nella nostra regione, poi, la spesa pro-capite in gioco d’azzardo è pari a 1.442 euro, mentre la media nazionale di attesta a 1.323 euro. A questi numeri, bisogna aggiungere che spesso il gioco porta ad una dipendenza patologica che ha effetti devastanti sul piano psicologico, sociale, economico, familiare e relazionale.
Per questa ragione, L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna si è assunta l’impegno di portare a termine una legge regionale sul gioco d’azzardo. Una legge proposta dalla maggioranza di centrosinistra, primo firmatario il consigliere regionale PD, Beppe Pagani, che si propone di “Contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo e le sue ricadute personali, familiari e il danno sociale legato all’aumento nella popolazione della patologia di dipendenza correlata, denominata gioco d’azzardo patologico (Gap)”.
Nel progetto di legge, oltre ad essere individuate misure sanitarie che riguardano interventi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, viene posto un limite di 500 metri da “istituti scolastici e altri luoghi frequentati principalmente da giovani, luoghi di culto o strutture sanitarie o socio-assistenziali e ricettive per categorie protette” entro i quali non potrà essere esercitata l’attività delle sale da gioco. Inoltre è previsto che i Comuni potranno individuare altri luoghi ritenuti “sensibili”, tenuto conto dell’impatto dell’attività, sempre in un raggio di 500 metri.