Rapporto Amnesty International. Diritti umani: servono azioni concrete
In Italia si sta verificando una progressiva erosione dei diritti umani, troppi ormai sono i ritardi e i vuoti legislativi non colmati, troppe le violazioni gravi e costanti. È quanto emerge dal Rapporto annuale 2013 di Amnesty International che fotografa le violazioni dei diritti umani commesse nel 2012.
Secondo il Rapporto, in Italia vi è una situazione con molte ombre, tra cui l’allarmante livello raggiunto dalla violenza omicida contro le donne; gli ostacoli che incontra chi chiede verità e giustizia per coloro che sono morti mentre si trovavano nelle mani di agenti dello stato o sono stati torturati o maltrattati in custodia; la stigmatizzazione pubblica sempre più accesa di chi è considerato “diverso” dalla maggioranza per colore della pelle o origine etnica. I rom, ad esempio, continuano a subire discriminazioni, a essere segregati in campi, sgomberati con la forza e lasciati senza casa. Sistematicamente, le autorità non hanno protetto i diritti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti che hanno continuato a vivere in condizioni difficili e d’indigenza, e le condizioni nei centri di detenzione per migranti irregolari sono ben al di sotto degli standard internazionali.
I lavoratori migranti, poi, sono spesso sfruttati e rimangono fortemente vulnerabili agli abusi, mentre la loro possibilità di accedere alla giustizia risulta inadeguata. Le politiche migratorie dell’Italia non rispettano i diritti dei migranti all’occupazione, a condizioni di lavoro eque e favorevoli e alla giustizia.
La Commissione regionale per la promozione della piena parità tra donne e uomini sta lavorando ad una importante Legge quadro che promuova – nel contesto di altre forme di intervento, come quelle fondamentali contro la violenza – l’inclusione sociale, declinata anche verso la popolazione straniera e soprattutto femminile. Molto spesso, infatti, le donne migranti sono oggetto di discriminazioni multiple: non solo perché straniere, ma anche per la specificità di genere, hanno difficoltà di inclusione e di accesso ai servizi, compresi i servizi sociali, sanitari o di sostegno al reddito.
Anche a livello nazionale bisogna fare di più. Per tentare di fermare questa deriva, Amnesty International ha promosso all’inizio del 2013 un’Agenda in 10 punti dedicata proprio ai diritti umani. Il documento è stato sottoposto ai leader delle coalizioni in corsa per le elezioni politiche e a tutti i candidati: Berlusconi, Bersani, Monti e Pannella hanno aderito, così come 117 attuali deputati e senatori. Ora bisogna fare un ulteriore passo, mettendo in pratica quei 10 punti. Quando si parla di diritti umani, non c’è mai tempo da perdere e nel nostro paese, purtroppo, già molto se ne è perso.