Europa creativa, un nuovo progetto per la cultura – di SILVIA COSTA e ANDROULLA VASSILIOU*
L’Europa si trova ad affrontare sfide che spesso gli Stati membri da soli non possono fronteggiare efficacemente. I settori culturali e creativi rappresentano un buon esempio di quel che si può ottenere unendo le nostre risorse e lavorando insieme per superare i problemi transnazionali – mirando a cogliere ogni opportunità di ampliare l’impronta culturale dell’Europa su scala mondiale.
I settori culturali e creativi (SCC) rappresentano attualmente fino al 4,5% del PIL dell’UE e danno lavoro a più di 8 milioni di persone, cifre senz’altro notevoli, specialmente se si tiene conto delle loro ricadute su altri settori, come il turismo e l’informatica. E tuttavia pensiamo che il potenziale di crescita dei settori culturali e creativi non sia ancora pienamente sfruttato e che, con sostegni adeguati, il loro contributo alla creazione di posti di lavoro e all’economia dell’UE potrebbe essere ancora più rilevante.
Nell’ottimizzare le opportunità offerte dal mercato unico, dalla globalizzazione e dal passaggio al digitale, gli SCC si trovano ad affrontare tre importanti problematiche.
La prima consiste nel fatto che il paesaggio europeo è caratterizzato da una moltitudine di aree culturali e linguistiche che si traducono in uno spazio culturale frammentato, fattore che limita le possibilità per gli operatori creativi di raggiungere un pubblico al di fuori del proprio paese di origine.
La seconda è dovuta al fatto che la globalizzazione e la digitalizzazione stanno modificando significativamente il modo di fare e di distribuire l’arte, nonché di fruirne. Questa fase di trasformazione interessa anche il modo in cui il pubblico interagisce con le arti e quello in cui le istituzioni culturali attraggono il loro pubblico.
La terza sfida è costituita dalla carenza cronica di accesso ai finanziamenti che interessa i settori in questione. Davanti a una richiesta di prestito le banche, per mancanza di conoscenze approfondite, tendono a considerare le imprese creative come “a rischio”. È raro, ad esempio, che un ente creditizio abbia una grande esperienza nello stimare il valore di attività immateriali quali i diritti di proprietà intellettuale.
L’Unione europea ha risposto a queste problematiche e opportunità proponendo una strategia globale per i settori culturali e creativi e un nuovo programma – Europa creativa – appena approvato dal Parlamento europeo (19 novembre).
Il nuovo programma, la cui entrata in vigore è prevista per gennaio, dispone di un bilancio di 1,46 miliardi di EUR per i prossimi sette anni – il 9% in più rispetto ai livelli attuali. Esso sosterrà tutti gli operatori e le organizzazioni attive nell’ambito degli SCC, dalla cultura al cinema, dalla televisione alla musica, dalla letteratura alle arti dello spettacolo, dal patrimonio culturale ai settori affini, apportando benefici in tutti i campi.
In totale il programma contribuirà a finanziare almeno 250 000 artisti e operatori culturali, 2 000 cinema, 800 film e 4 500 traduzioni di libri e lancerà un nuovo strumento di garanzia finanziaria, che consentirà alle piccole imprese nei settori creativi e culturali di avere accesso a prestiti bancari per un importo fino a 750 milioni di EUR.
Il nuovo programma punta inoltre a incoraggiare i partenariati con i paesi extra-UE. Come già avviene nell’ambito degli attuali programmi Cultura e MEDIA, l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia, la Confederazione svizzera, i paesi in via di adesione, i paesi candidati e i potenziali paesi candidati potranno infatti partecipare a Europa creativa a determinate condizioni, che comprendono il pagamento di un “biglietto d’ingresso”. Per la prima volta è inoltre prevista la partecipazione anche per i paesi interessati dalla politica europea di vicinato, a condizione che essi soddisfino le condizioni d’ingresso.
Il nuovo programma sosterrà altresì la consolidata iniziativa faro Capitali europee della cultura, la nuova iniziativa Marchio del patrimonio europeo, le Giornate europee del patrimonio e i cinque premi europei (il premio dell’UE/Europa Nostra per la conservazione del patrimonio culturale, il premio dell’UE per l’architettura contemporanea, il premio dell’UE per la letteratura, i premi europei Border Breakers Awards e il premio MEDIA dell’UE).
Europa creativa prenderà le mosse dall’esperienza e dai risultati positivi dei programmi Cultura e MEDIA, che promuovono i settori culturali e audiovisivi da oltre vent’anni. Il nuovo programma comprende un sottoprogramma Cultura, che sostiene le arti visive e dello spettacolo, il patrimonio culturale e altri ambiti, nonché un sottoprogramma MEDIA, che finanzierà il settore audiovisivo e cinematografico. Un nuovo filone transettoriale sosterrà la cooperazione strategica, le misure trasversali e il nuovo strumento di garanzia finanziaria, che sarà operativo a partire dal 2016.
Aiutando gli artisti ad ampliare il proprio pubblico e a varcare il confini nazionali, Europa creativa contribuirà a salvaguardare e a promuovere la diversità culturale e linguistica europea. Il programma mira altresì a rafforzare la concorrenzialità degli SCC cosicché possano dare il loro pieno contributo all’obiettivo di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva definito nella strategia Europa 2020.
Questo duplice approccio – protezione della diversità e sostegno al successo internazionale – è a fondamento dell’intero programma, che cerca di aiutare gli operatori attivi nei settori culturali e audiovisivi a sviluppare le proprie carriere al di là del proprio paese di origine, assiste le organizzazioni culturali nello sviluppo di un profilo più professionale e consente a un pubblico nuovo e più vasto in altri paesi di fruire delle opere culturali.
L’allargamento e la diversificazione del pubblico rappresenta un punto fondamentale di Europa creativa. Per conseguire tale obiettivo è necessario ampliare l’accesso alle arti attirando nuovi tipi di pubblico – ad esempio i giovani e i soggetti svantaggiati – ma anche provvedere affinché il pubblico esistente continui a dare il proprio sostegno.
La realtà è che, attualmente, solo una parte esigua dei 500 milioni di cittadini dell’UE ha accesso alle opere culturali provenienti da altri paesi europei. Questa è un’importante occasione mancata poiché i benefici economici, sociali e culturali in attesa di essere colti sono enormi. Europa creativa cerca di affrontare questa problematica facendo in modo che un maggior numero di persone possa apprezzare la ricchezza dei tesori artistici, creativi ed interessanti che l’Europa ha da offrire, ottimizzando al contempo la cultura quale mezzo per promuovere gli scambi e il dialogo.
Riteniamo che Europa creativa possa fare veramente la differenza per milioni di persone, siano esse i beneficiari del programma o le molte altre che, come noi, amano le arti e credono che la cultura europea meriti di essere difesa. Il programma è stato adottato dagli Stati membri il 5 dicembre 2013.
*Androulla Vassiliou è la Commissaria europea responsabile per l’Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. Silvia Costa è un membro della Commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento europeo e “relatrice” per il programma Europa creativa.