La discriminazione non è un gioco
Quando parliamo degli stereotipi di genere e tentiamo di decostruirli e abbatterli, lo facciamo perchè siamo fermamente convinte che siano contemporaneamente specchio delle discriminazioni reali e causa del consolidamento della cultura patriarcale nella sua forma più esteriore.
Questo discorso vale forse ancora di più per quel che riguarda l’infanzia: l’entry point del consumo si è abbassato notevolmente negli ultimi anni e oggi ad avere in mano il mercato sono per lo più consumatori molto giovani o addirittura bambini.
Programmi e film che una volta erano destinati a un pubblico adulto, oggi hanno un’utenza per lo più infantile o preadolescenziale: il cortocircuito comunicativo si sviluppa quando a questa utenza così giovane viene proposto un modello stereotipato, erotizzato ed oggettivizzato quanto quello dei loro genitori, anche per i prodotti da bambini.
Ovviamente uno degli ambiti più significativi è proprio quello dei giocattoli, dove più e meglio proliferano stereotipi di genere che, ben radicati nell’uso e nella “tradizione”, aiutano la cultura patriarcale ad affondare le proprie radici nel divertimento dei più piccoli, delle più piccole, che un giorno diventeranno donne e uomini ben addestrati.
Natale si avvicina e con lui tutto l’indotto dell’industria natalizia: è proprio su questa che lanciamo la campagna UAGDC “La discriminazione non è un gioco”
Pubblicato su “Un altro genere di comunicazione”
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