Sicurezza digitale. Fondamentali le sedi territoriali della polizia postale
Secondo dati aggiornati almeno il 69 per cento degli italiani ha subito attacchi informatici, il 51% dei computer è infestato da virus e ben il 10% della popolazione è stata vittima di truffe online, in 4 casi su cento con furto di identità. Ad aggravare il quadro vi è la progressiva diffusione in Italia del fenomeno del cyberbullismo: i dati diffusi dal Miur dicono che uno studente italiano su quattro compie o subisce atti di prevaricazione via web, e il 78% degli adolescenti che hanno commesso suicidio sono stati vittime di bullismo sia a scuola che on line.
In una risoluzione depositata in Assemblea legislativa dal Gruppo PD (prima firmataria Roberta Mori) e che ho sottoscritto si affronta proprio questo tema, sollecitando in primo luogo un investimento sui presidi territoriali della Polizia postale e delle telecomunicazioni sia per il contrasto dei reati informatici sia per la prevenzione di comportamenti a rischio. L’atto di indirizzo evidenzia che nel documento nazionale sulla spending review rientrerebbe anche la proposta di chiudere i dipartimenti specializzati in reati informatici della Polizia postale e delle telecomunicazioni, in particolare i presidi di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Forlì-Cesena, Ferrara, Ravenna e Rimini.
Questa scelta è sbagliata: la sicurezza dei cittadini. nelle sue diverse forme è fondamentale, così come un quadro organizzativo di efficienza e coordinamento di tutti gli strumenti preposti alla sua difesa. E’ indispensabile essere all’altezza delle sfide tecnologiche che si pongono in questi anni, e invece di chiudere i presidi territoriali della Polizia postale bisognerebbe investire.
Nella risoluzione presentata si chiede dunque al Governo nazionale di rafforzare l’azione di tutela dei minori riguardo ai contenuti presenti in rete ed ai comportamenti adottati nell’utilizzarla, i meccanismi di protezione della privacy e dei rischi a cui sono esposti, nonché di tutelare il diritto all’identità digitale dei cittadini e delle cittadine italiane senza intrusioni o interferenze, promuovendo tra le nuove generazioni un uso positivo della rete e la conoscenza diffusa dei meccanismi di sicurezza e degli strumenti di tutela esistenti. Si chiede, pertanto, alla Regione Emilia-Romagna di “rendersi parte attiva in tutte le sedi preposte, compresa la Conferenza Stato-Regioni, per la concreta realizzazione” degli obiettivi individuati, oltre al sostegno delle esperienze di rilievo regionale di prevenzione e contrasto all’hackeraggio e cyberbullismo in collaborazione e con il supporto di Co.re.com., Garante dell’Infanzia e Adolescenza, Difensore civico e Ufficio scolastico regionale. Crediamo sia questa la giusta via da seguire non certo quella della chiusura di presidi territoriali impegnati in compiti sempre più rilevanti.
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