Relazione sulla situazione penitenziaria in Emilia-Romagna
PREFAZIONE
Anche quest’anno la consueta relazione sulla situazione carceraria assolve un debito informativo basato su dati al 31.12.2013 e non è, quindi, in grado di valorizzare gli ulteriori e significativi cambiamenti intervenuti nel corso del primo semestre 2014. Al 31 maggio 2014, infatti, si registra una presenza di 3.241 detenuti con una capienza regolamentare aumentata a 2798 (apertura del nuovo padiglione a Piacenza) e con una percentuale di sovraffollamento pari al 115,8%. Secondo i dati nazionali nel 2013 il problema del sovraffollamento non è superato anche se con la costruzione di nuovi padiglioni all’interno degli Istituti Penitenziari e gli effetti deflattivi delle norme entrate in vigore dal 2010, la media nazionale del sovraffollamento nelle carceri è passata dal 144% al 130%.
Le cause sono sempre le stesse: l’alto tasso di popolazione detenuta in custodia cautelare (oltre il 39%), l’alta presenza di detenuti stranieri (35,8%) e di tossicodipendenti (circa 30%), le riduzioni di organico nella polizia penitenziaria e le condizioni strutturali di molte strutture sono infatti i problemi principali delle carceri italiane, gli stessi evidenziati anche dalla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Le carceri del nostro territorio non escono da questo quadro oggettivamente desolante anche se, lo stesso Consiglio d’Europa, il 5 giugno scorso, ha di fatto riconosciuto l’impegno dell’Italia per le azioni avviate dal governo per risolvere il problema del sovraffollamento, e rinvia ad una nuova valutazione (giugno 2015) l’applicazione della sanzione prevista.
L’impegno per il futuro è quindi massimo, soprattutto a livello politico; servono infatti scelte politiche coraggiose e condivise per colmare l’abisso che purtroppo ancora separa la condizione carceraria dal dettato costituzionale sulla finalità rieducativa della pena e sulla tutela dei diritti e della dignità della persona.
Il rapporto di quest’anno è anche l’ultimo di questa legislatura e, quindi, l’ultimo firmato da questa Giunta regionale.
Anche quest’anno è frutto del lavoro dei diversi Assessorati, ma non sarebbe stato possibile senza la concreta collaborazione del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, nella sua organizzazione centrale e locale.
Attraverso queste pagine ancora una volta possiamo toccare con mano come le carceri siano realtà complesse, caratterizzate da un mandato istituzionale altissimo e difficilissime condizioni per realizzarlo.
Per parte nostra, in questi anni abbiamo lavorato con costante determinazione, investendo risorse specifiche per consentire, ad esempio, la realizzazione di numerose e significative progettualità degli Enti locali, facilitando i percorsi di inserimento sociale e lavorativo dei detenuti (progetti “Acero” e “Raee in carcere”). Inoltre, è proseguito l’impegno per garantire e ampliare i servizi dell’assistenza sanitaria in carcere, dalle cure primarie a quelle specialistiche, con particolare attenzione al settore della salute mentale e intervenendo con specifici progetti di ‘Promozione della salute’, per lo sviluppo dell’empowerment della persona detenuta attraverso incontri info/educativi, sportelli di ascolto e counseling. I confini del sistema di welfare regionale, universalistico e solidale, si sono così allargati fino a comprendere sempre più la comunità carceraria.
Questo rapporto – nel rendere evidente il lavoro costante delle istituzioni così come di coloro che nel mondo dell’Associazionismo fanno dell’attività con i detenuti un impegno di cittadinanza – contribuisce quindi a ricordare a tutti la necessità di fare di più e che il cammino è ancora lungo.
Auguriamo a tutti coloro che su questi temi e problemi lavoreranno in futuro, le migliori condizioni affinché possano contribuire a realizzare pienamente il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, durante la detenzione e nel complesso e difficile percorso di riabilitazione sociale.
Carlo Lusenti – Assessore alle Politiche per la salute Teresa Marzocchi – Assessore Politiche sociali