Nucleare l’overshoot day – Intervista a Vincenzo Balzani di Gianni Saporetti
L’incidente della centrale giapponese ha riaperto il dibattito sul nucleare e sui problemi della sicurezza, della trasparenza, delle scorie che ancora non si sa dove mettere, e infine dei costi; l’importanza di puntare su una fonte inesauribile e ben distribuita e la necessità, per ora, di risparmiare. Intervista a Vincenzo Balzani.
Vincenzo Balzani, professore di Chimica all’Università di Bologna, si occupa di fotochimica supramolecolare, nanotecnologia e fotosintesi artificiale. Sul problema dell’energia ha pubblicato, insieme a Nicola Armaroli, Energia per l’astronave Terra, 2008, Zanichelli.
Partiamo con il Giappone…
Cosa possiamo dire sul Giappone? Che se un incidente di tale gravità capita in un paese di grande competenza tecnica e disciplinare, non si può mai avere la certezza sulla sicurezza delle centrali nucleari. Un’altra cosa che colpisce è che nessuno riesce a capire cosa stia succedendo. Ovviamente perché quando capita un incidente nucleare è molto difficile andare a vedere da vicino. Ma vengono dette anche delle grandi bugie. Succede normalmente. La giapponese Tepco (Tokyo Electric Power Company) già nel 2002 era stata costretta a fermare momentaneamente 5-6 suoi reattori perché le autorità sulla sicurezza si erano accorte che aveva dichiarato il falso per far andare le centrali più velocemente.
Fatto sta che in caso di incidente nucleare una comunicazione trasparente è pressoché impossibile, un po’ per le difficoltà oggettive, un po’ perché a volte è bene minimizzare per non creare nell’opinione pubblica troppo panico, ma direi anche perché di mezzo ci sono tanti interessi, tanti soldi da fare.