Una nuova sfida per il turismo: sviluppare e internazionalizzare il sistema termale
Il sistema termale dell’Emilia-Romagna è un settore molto importante per l’economia. I 26 centri termali della Regione, presenti in 20 località e in 8 province, nel 2010 hanno registrato 1 milione e 200 mila presenze turistiche. 200 strutture ricettive offrono oltre 11.600 posti letto e danno lavoro a 3500 addetti, che arrivano a 18 mila se si considera l’indotto. Il settore produce un fatturato diretto di 100 milioni di euro all’anno e 720 milioni di fatturato nell’indotto.
A causa del venir meno del termalismo convenzionato, che in passato permetteva di arrivare a grandi numeri di presenze turistiche, rispetto al 2009 l’intero comparto nazionale delle terme ha registrato un leggero calo fisiologico, ma secondo i dati di Federterme l’Emilia-Romagna ha sofferto meno di altre regioni.
Tra i centri termali più rilevanti della regione ci sono, come è noto, Salsomaggiore, con 563.870 presenze registrate nel 2010, quasi la metà del totale
complessivo, e Bagno di Romagna con 240.298 presenze, che vede crescere di un + 17,34% la presenza degli stranieri. A seguire, nella stessa provincia di Forlì-Cesena, ci sono Castrocaro, che nel 2010 ha registrato 119.110 presenze, e Fratta che si è attestata sulle 12.522 presenze.
Per rilanciare il settore e cogliere nuove sfide la Regione ha stanziato un finanziamento di 900 mila euro, destinati a diversificare e innovare l’offerta puntando sulla internazionalizzazione (il numero di visitatori stranieri nel 2010 è stato di 122.000 presenze e può certamente aumentare) e sullo sviluppo di reti che nei vari territori integrino le varie attività legate al benessere. Queste sono le nuove sfide su cui anche le amministrazioni locali possono svolgere un ruolo decisivo: facendo sistema e connettendo il turismo termale con quello culturale, naturalistico, legato a borghi e città d’arte: a questo riguardo il caso di Castrocaro e Terra del sole, che nel 2014 festeggerà i 450 anni dalla sua fondazione, rappresentano una straordinaria possibilità di sperimentazione e rinnovata progettualità.
Per la crescita del settore sarà importante adeguare le strutture termali a clientele diverse, in primo luogo formando operatori che possano intercettare le nuove esigenze di un mutato pubblico di riferimento, composto anche da persone che vanno – come è stato dimostrato da studi recenti – anche dai 25 ai 45 anni, e che non sono alla ricerca di un mero turismo curativo ma di una forma di turismo che unisce salute, benessere, fruizione del paesaggio e dei beni culturali, secondo nuovi approcci. Oltre a questo sarà importante un rinnovato coinvolgimento dei medici di famiglia nella sensibilizzazione sulle potenzialità curative del termalismo, e soprattutto l’integrazione dell’offerta termale con altre offerte turistiche legate alle eccellenze del territorio come il turismo culturale/enogastronomico e l’ormai variegato mondo del “wellness”. Un tema, quello della salute e del benessere, che nella nostra Regione si va sempre più radicando e che trova forme interessanti di progettazione in Romagna, dove l’dea di una “Wellness Valley” grazie al contributo di imprese, pubbliche amministrazioni, medici, università, scuole terme e imprenditori del turismo, sta rapidamente diventando una realtà.
Thomas Casadei
Consigliere regionale Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna
Capogruppo PD in Commissione “Turismo, Cultura, Formazione professionale, Lavoro”