Serracchiani, strada in salita per la trattativa sul recast ferroviario
“Adesso si apre una trattativa tutta in salita”. Messo in archivio il voto positivo dato ieri dalla Plenaria del Parlamento europeo sul “recast” ferroviario, Debora Serracchiani, relatore del provvedimento in Parlamento, già guarda ai prossimi passaggi. Il confronto con il Consiglio e la Commissione, previsto nei prossimi mesi, si annuncia serrato e tutt’altro che facile.
Perché l’Unione europea ha deciso di rimettere mano alle direttive in tema di trasporto ferroviario?
Il recast, va detto in premessa, è una rifusione della legislazione europea sul primo pacchetto ferroviario. Che non ha avuto un’interpretazione uniforme in tutti i Paesi: per questo, sono state aperte 17 infrazioni e solo quattro sono state chiuse con conciliazione. Nei prossimi mesi, addirittura, ci saranno le prime sentenze della Corte di giustizia. E’ evidente che, in una situazione di questo tipo, era necessario riordinare queste norme e fare un po’ di più pulizia.
Quali sono le previsioni più importanti del recast?
Il recast contiene, in primo luogo, una previsione che disciplina il cosiddetto regolatore nazionale. Una figura che, ad oggi, ha avuto applicazioni diverse. In alcuni Stati esiste, in altri non esiste. Vengono dettati i principi che vogliono un regolatore nazionale che sia un’autorità forte e indipendente dalle scelte politiche, nominato dal parlamento anziché dai ministeri. E che, soprattutto, sia uguale in tutti i Paesi dell’Unione europea. L’auspicio, in futuro, è che possa nascere un regolatore unico europeo.
Oltre a questo?
Ci sono una serie di regole tecniche che vogliono garantire la trasparenza del mercato. Come quelle che introducono una maggiore chiarezza dei trasferimenti per evitare finanziamenti incrociati tra operatori e gestore della rete. E c’è l’impegno politico attraverso il quale, all’articolo 7, il Parlamento chiede che entro il 2012 la Commissione vari una proposta sulla separazione tra operatore e gestoredell’infrastruttura e sull’apertura del mercato nazionale dei passeggeri.
Buona parte del recast è orientata ai finanziamenti…
Sono sicuramente un tema centrale. Il recast prevede una maggiore chiarezza nei trasferimenti. Ci sono regole sulle modalità di finanziamento che puntano a evitare discriminazioni sul mercato e la prevalenza dell’operatore storico. Oltre al tema, già citato, dei finanziamenti incrociati.
Si parla di accesso alla rete?
Certo, ci sono alcune regole che vanno verso una maggiore trasparenza e cercano di evitarediscriminazioni a vantaggio di quello che è l’operatore storico. La rete deve essere messa a disposizione degli altri operatori, ma attraverso il principio “Use it or loose it”, per cui se non si usano le autorizzazioni, queste vanno perdute.
Sulla separazione, lei avrebbe voluto una normativa più stringente…
Avevo chiesto e previsto nel primo draft che le regole sulla separazione fossero direttamente inserite nel recast, ma la contrarietà degli Stati nazionali mi ha in qualche modo costretto a rivedere la mia posizione e propendere per l’attuale versione, secondo la quale la Commissione farà una sua proposta sul tema entro il 2012. C’è da dire che per la prima volta il Parlamento fa una richiesta di questo tipo. La Commissione sarà costretta a decidere.
Il tema del mercato ferroviario si esaurisce con il recast?
Questo è solo un pezzo del lavoro, che deve essere accompagnato dal quarto pacchetto ferroviario e da un processo di liberalizzazione e dalla separazione della rete. E’ un primo passo efficace, naturalmente, ma non è completo: bisogna continuare a lavorare.
E quale sarà l’impatto sull’Italia?
La nostra impresa ferroviaria è contraria alla separazione della rete, come è noto. Chiede, invece,reciprocità nelle regole e un mercato realmente aperto. Spesso le regole tecniche, infatti, vengono usate per impedire l’apertura reale del mercato. Detto questo, il recast avrà un forte impatto sull’Italia. Anche se l’Italia vorrebbe che non si facesse granché, perché il sistema ferroviario oggi è in difficoltà.
Dopo il voto della Plenaria che lavoro si apre?
Adesso inizia la trattativa con Consiglio e Commissione. Una trattativa che appare in salita, perché il testo proposta dal Consiglio è davvero di basso profilo. Se tutto va bene, a marzo/aprile potrebbe esserci un testo condiviso e già a luglio del prossimo anno potrebbe esserci un nuovo voto in Parlamento. Vedremo cosa accadrà: gli Stati nazionali non vogliono toccare nulla. Le ferrovie sono un sistema molto più conservativo rispetto alle altre modalità di trasporto.
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