Il contributo della Green Economy ad una nuova visione dell’economia territoriale
Recentemente l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato un interessante e illuminante rapporto sul ruolo del riciclo nella green economy (http://www.eea.europa.eu).
Al di là della piena condivisione di principio sull’importanza del riciclo per ragioni ambientali, degni di attenzione sono certamente – aspetto da prendere in seria considerazione – i dati del peso economico che corrette e innovative politiche ambientali possono avere.
Dal 2004 al 2008 il fatturato derivante dal riciclo delle sette principali categorie di materiali riciclabili è quasi raddoppiato, arrivando a superare i 60 miliardi di euro; dopo una diminuzione nel corso del 2009 a causa della crisi economica, ora i ricavi sembrano essere in fase di recupero.
Il riciclo ha creato più posti di lavoro e maggiori ricavi rispetto alle discariche e agli inceneritori; l’occupazione complessiva nel settore del riciclo dei materiali, nei paesi europei, ha registrato un incremento del 45% tra il 2000 e il 2007, ovvero del 7% annuo, passando da 422 a 611 per ogni milione di abitanti.
Il riciclo risponde inoltre in buona misura all’ingente richiesta di materiali proveniente dal mondo economico; al tempo stesso diminuisce gli impatti sull’ecosistema e fornisce risorse, come nel caso della carta, del cartone, del ferro e dell’acciaio.
Queste considerazioni fanno capire che le politiche europee messe in atto negli ultimi 15 anni per la promozione del riciclo e la disincentivazione economica delle discariche hanno avuto effetti positivi sull’economia oltre che sull’ambiente.
Ora i nuovi obiettivi che si pone l’Unione Europa riguardano alcune scelte strategiche:
- il riciclo, anche se portato al massimo dell’efficienza, non copre, tuttavia, la richiesta di risorse proveniente dai paesi europei e bisogna quindi essere consapevoli del fatto che la crescita economica basata sull’aumento del consumo di materia non è più sostenibile;
- c’è ancora molto da fare per quanto riguarda il riciclo di alcuni metalli rari e preziosi che vengono utilizzati in piccole quantità in una grande varietà di applicazioni e che vengono in gran parte perduti. E’ necessario quindi introdurre nella filiera del riciclo i metalli rari e preziosi, attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, supportando al contempo la ricerca orientata alla sostituzione di questi materiali (e qui grande spazio c’è dunque per la ricerca applicata);
- promuovere lo sviluppo di prodotti sempre più riciclabili;
- creare filiere del riciclo e mercati del riciclo dove questi non esistono.
Il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente offre quindi un chiaro quadro di riferimento e indica ad imprese e amministrazioni pubbliche che ci sono ampi spazi di intervento per sviluppare politiche e ricerca in un settore in cui know-how e innovazione possono portare grandi benefici all’ambiente e all’economia: tutto questo a patto che si cambi l’approccio e la mentalità prevalente rivolgendosi con decisione verso un modello di sviluppo sostenibile, basato su un minor consumo delle risorse e delle materie non rinnovabili.
Sono quindi in piena sintonia con le indicazioni europee le politiche di quelle amministrazioni locali che attraverso la raccolta domiciliare dei rifiuti, il sostegno alla legge di iniziativa popolare sulla fiscalità ambientale, il progetto della realizzazione di un distretto del riciclo, l’iniziativa della raccolta “RAEE in carcere” (dall’elevato contenuto sociale oltre che ambientale), promuovono un nuovo modello di cultura civica e di organizzazione sociale e economica.
Thomas Casadei
Consigliere regionale PD
Commissione Ambiente, Territorio, Mobilità