Tagli anche alla cultura: il governo crea il deserto
La cultura non sta a cuore a questa destra. Se ancora avevamo qualche dubbio, l’ultima manovra economica ce lo ha definitivamente fugato. Tagli indiscriminati, una scure che si abbatte su quello che forse è il patrimonio più importante di una nazione. Il tutto senza nemmeno avvisare il ministro competente, Sandro Bondi, che pochi giorni fa ha esternato il suo disappunto dicendo di non aver saputo e di non condividere. Una farsa tragicomica, se non fosse che in ballo c’è il destino di migliaia di persone e del bene più prezioso del nostro Paese. Un Paese che ormai non sembra più avere una visione del futuro, incapace di rispondere alle esigenze del presente e di trovare stimoli per uscire dalla crisi economica. Questo in un momento storico in cui tutti i Paesi europei, proprio per trovare misure volte a diminuire il peso della crisi, hanno investito fortemente sul sapere, la ricerca e l’innovazione.
La massima solidarietà va dunque a tutte quelle eccellenze che tra qualche giorno subiranno la scure di Tremonti, che già, sotto le mentite spoglie della riforma Gelmini, aveva toccato pesantemente anche il nostro sistema scolastico. Un pensiero particolare, corre poi alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’Isae (Istituto di Studi e Analisi Economica), che proseguono ad oltranza l’occupazione dell’Ente a seguito della grave situazione derivata dalla soppressione dell’Istituto prevista dal nuovo decreto approvato dal Governo. I ricercatori dell’Istituto e tutto il personale trovano umiliante essere considerati un «Ente inutile», proprio nel momento in cui sarebbe cruciale una diagnosi puntuale, professionale e tempestiva dell’evoluzione dell’economia italiana. Occorre battersi con determinazione per fare in modo che tutte queste voci, così come tante altre del comparto culturale, possano essere al più presto ascoltate dagli organi competenti, per fare in modo che l’Italia non venga privata di ulteriori eccellenze.
In questo senso, l’Emilia-Romagna è straordinariamente ricca di iniziative, attività, beni culturali, frutto di una tradizione radicata e diffusa nel territorio e di un fattore importante del “vivere bene”: 100 teatri storici, circa 400 musei, collezioni d’arte, 185 sedi attive di spettacolo, 400 sale cinematografiche, più di 1000 biblioteche (di cui circa il 50% di enti territoriali). A livello nazionale, rappresenta il terzo polo per produzione, offerta e fruizione di spettacolo. Non possiamo permetterci di disperdere questo straordinario patrimonio. Rispetto all’avanzata del deserto causata da questa destra occorre rilanciare, in modo alternativo, una visione della qualità della vita e dello sviluppo equo-compatibile valorizzando appieno le risorse e i beni culturali.