Cultura, scommessa sul futuro è lei il volano per la ripresa – La Repubblica – 21/7/2012
I numeri del “Rapporto 2012” di Unioncamere e Fondazione Symbola provano che l’industria culturale in Italia vale il 5,4% del Pil, che arriva al 15% se nel calcolo si inserisce anche l’indotto. Nell’intreccio di bellezza, innovazione, saperi artigianali Arezzo è in testa, città degli orafi e del primo idrogenodotto
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA – Quanto vale la cultura? Poco, giudicando in base ai tagli di budget che tra il 2008 e il 2011 si sono accaniti sul ministero dei Beni culturali erodendo quasi un terzo dei fondi e portando la sua dotazione sotto lo 0,2 per cento del bilancio dello Stato. Molto secondo i dati che emergono dal Rapporto 2012 sull’industria culturale in Italia presentato giovedì a Treia (Macerata) dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere con il sostegno della Regione Marche: il 5,4 per cento del Pil (76 miliardi di euro), che arriva al 15 per cento (con il 18,1 per cento degli occupati) se nel calcolo si inserisce anche l’indotto.
Dietro il termine “cultura” – che molti percepiscono ancora come un nobile ma costoso retaggio del passato, da sacrificare nel momento della tempesta economica – si nasconde dunque una scommessa sul futuro, un volano per la ripresa. Lo provano i dati del periodo 2007 – 2011, con il valore aggiunto delle imprese del settore cresciuto a velocità doppia rispetto alla media nazionale (lo 0.9 per cento annuo contro lo 0,4 per cento) e con il livello dell’occupazione salito dello 0,8 per cento a fronte di un arretramento medio dello 0,4 per cento. Lo confermano i numeri dell’export nel 2011: 38 miliardi di euro, oltre il 10 per cento del totale delle esportazioni.
“Con questo rapporto abbiamo voluto ridare alla cultura ciò che è della cultura mettendo in evidenza gli effetti di traino che il livello di conoscenza, la creatività, il senso del bello e il rispetto del territorio e del benessere di chi lo abita generano su molti comparti produttivi”, spiega Domenico Sturabotti, direttore di Symbola. “Dal biocarburante di seconda generazione che riusa gli scarti agricoli alle sartorie tradizionali di Ginosa di Puglia, dalle ceramiche di Deruta alla Toscana del vino e del marmo di Carrara c’è un’Italia che ha successo nel mondo perché difende e interpreta secoli di cultura”.
L’intreccio tra bellezza, innovazione, saperi artigianali, made in Italy e manifattura di alta qualità vede in Arezzo, la città degli orafi e del primo idrogenodotto, la sua capitale: il valore aggiunto della cultura arriva all’8,4 del Pil della provincia. Seconde sono Pordenone e Milano, con l’8 per cento. Terze ex equo Pesaro e Urbino e Vicenza (7,9 per cento). Seguono la provincia di Roma (7,6 per cento), quella di Treviso (7,5 per cento), Macerata e Pisa (6,9 per cento).
Dal punto di vista dei settori direttamente coinvolti si va dall’architettura al design, dai media alle performing arts, dalle industrie creative a quelle culturali. Mentre, allargando l’obiettivo, la quota di Pil sale al 15 per cento perché si includono le produzioni agricole tipiche, una parte del turismo, il recupero del patrimonio storico architettonico, le attività di formazione. Questa interpretazione vasta delle attività culturali coinvolge oltre un milione e mezzo di imprese che fatturano 211 miliardi di euro e danno lavoro a 4,5 milioni di persone.
“Sono le imprese figlie dei saperi tradizionali”, commenta Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere. “Rappresentano un modello di sviluppo che riesce a battere la crisi aumentando occupazione e fatturato, capacità di penetrazione nei mercati globali e tenuta del territorio con cui viene mantenuto un legame profondo d’identità”.
“Per far ripartire il paese serve un’idea di futuro”, conclude Ermete Realacci, presidente di Symbola. “Il sostegno al nostro patrimonio culturale è l’arma per migliorare la nostra capacità di competere nel mondo. Se vogliamo vincere la battaglia per il rilancio economico dobbiamo puntare su innovazione, ricerca, green economy, incrociandole con la forza del made in Italy, con la qualità, con la bellezza”.