Provincia Unica di Romagna: occasione storica per un percorso partecipato e grandi cambiamenti. Casadei: “Promozione delle eccellenze territoriali, valorizzazione delle buone prassi e delle competenze maturate nel tempo”
Con la fiducia del Senato e della Camera, il riordino istituzionale dettato dal decreto sulla revisione della spesa è diventato legge. I territori romagnoli sono già da tempo al lavoro per cogliere la sfida generata dalla costituzione della nuova Provincia unica di Romagna, “una grande soddisfazione per chi ha creduto per anni in questo processo”. Ad affermarlo, il consigliere regionale PD, Thomas Casadei.
“Entro il 2 ottobre il Consiglio delle autonomie locali approverà l’ipotesi di riordino – continua il consigliere -. Entro 15 giorni dal ricevimento di quell’atto la Regione, in accordo con le Province e i Comuni interessati, dovrà fornire un parere e trasmettere la proposta al Governo che, entro il 31 ottobre, completerà la riforma”.
“La Regione avvierà un percorso che deve necessariamente essere partecipato, partendo dal riordino delle funzioni amministrative e di governo. Ma, a fianco di questo percorso istituzionale, è fondamentale mettere in campo diverse modalità di confronto al fine di valorizzare la partecipazione di sindacati, organizzazioni economiche, di categoria e cittadini – afferma Casadei – favorendo la condivisione dei processi entro una chiara direzione di marcia: quella del cambiamento e dello sguardo ai prossimi decenni”.
Si tratta di processi che è bene siano ispirati da alcuni punti chiave: “Efficienza, sostenibilità, qualità dei servizi e cooperazione territoriale dovranno essere le parole d’ordine – spiega Casadei -. È importante promuovere le eccellenze di ciascun contesto territoriale: le buone pratiche realizzate non andranno perse ma, al contrario, valorizzate e sostenute. Così come fondamentale è tutelare l’occupazione, prestando la massima attenzione ai lavoratori di tutti i territori e settori e le loro competenze, specie quelle già incardinate in logiche di interscambio e cooperazione, derivanti dai percorsi fin qui seguiti dell’area vasta di Romagna. Abbandonerei invece fin da subito l’inutile discussione sul capoluogo: del tutto irrilevante rispetto alla portata del processo ed espressione di quel campanilismo che dobbiamo lasciarci alle spalle una volta per tutte”.
“Credo sia poi necessario aprire un confronto sull’adeguamento al nuovo ente provinciale di altri soggetti importanti per la politica sociale ed economica: penso si possa, per esempio, ragionare fin da subito della costituzione di un’unica Camera di Commercio della Romagna, anche questo – conclude il consigliere regionale – al fine di rendere più efficace ed efficiente l’intero sistema territoriale che verrà a definirsi”.