Aperture domenicali attività commerciali: “Serve una legge per programmare gli orari”
Tengo ad esprimere la mia condivisione allo sciopero indetto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil nella giornata del 26 dicembre per i dipendenti del Centro commerciale Puntadiferro: sarò insieme a loro per condividere le ragioni di una posizione che ritengo giusta.
Questa è l’ennesima dimostrazione che le liberalizzazioni, senza alcuna regola, di orari e aperture delle imprese commerciali e dei negozi, non hanno migliorato la situazione ma, al contrario, stanno creando tensioni e problemi. Per questa ragione la maggioranza di centrosinistra in Assemblea legislativa ha presentato una risoluzione per chiedere alla Giunta di sollecitare il Governo al fine di riconoscere a Regioni ed Enti locali un ruolo nella programmazione commerciale e nella organizzazione degli orari. Nella passata programmazione, infatti, è stata ampiamente dimostrata la positività di regole precise in grado di garantire una rete commerciale di valore, con orari e aperture equilibrate e stabilite in base alle esigenze del territorio, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Su questa questione constato con piacere che, finalmente, è stata assunta una posizione chiara da parte delle istituzioni ecclesiastiche, che spesso intervengono su vicende che riguardano la vita e le scelte personali dei cittadini, in merito a questa apertura in un giorno di festività. La Conferenza Episcopale Italiana ha infatti dato il suo sostegno alla campagna promossa da Confesercenti “Libera la Domenica”, per la raccolta delle firme necessarie ad una legge di iniziativa popolare che riconduca alle Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali, limitando gli eccessi introdotti dalla liberalizzazione estrema e garantendo la giusta concorrenza.
Spero che ciò contribuisca ad aprire, in ogni territorio, una seria discussione sui temi del consumo e delle sue forme, nonché sui tempi di vita e tempi di lavoro.