Approvata la risoluzione sugli Open Data. Casadei: “L’Open Data diventi la regola per le informazioni pubbliche”
E’ stata approvata la risoluzione, presentata da alcuni consiglieri regionali del Pd, di cui sono primo firmatario, che mira ad impegnare la Giunta regionale a promuovere, in tempi contenuti, azioni decise che favoriscano l’adozione di una vasta strategia di Open Data per l’Emilia-Romagna. In particolare si chiede l’elaborazione e l’approvazione di Linee guida in materia di Open Data (libero accesso ai dati) che definiscano criteri e regole che dovranno essere seguite dai diversi settori e direzioni della Regione e che potranno essere punto di riferimento per gli EELL del territorio.
Già a luglio l’Assemblea si era espressa in materia nell’ambito dell’approvazione delle Linee guida al Piano telematico dell’Emilia-Romagna 2011-2013 nelle quali sono riconosciuti quattro nuovi diritti di cittadinanza digitale tra cui il “Diritto di accesso ai dati” e dove si specifica in particolare che “il libero accesso ai dati (Open Data) nella pubblica amministrazione denota un approccio degli enti pubblici che predilige l’apertura e la trasparenza…” e che “l’Open data, oltre a sottolineare una volontà strategico-politica di apertura e trasparenza delle scelte e, in particolare, dell’impiego delle risorse pubbliche a disposizione del ‘Governo’, si muove dalla convinzione che i dati in possesso delle Pubbliche amministrazioni siano un patrimonio che può essere proficuamente messo a valore anche e soprattutto dalle imprese…”.
L’Open data nella pubblica amministrazione può essere visto come un sotto insieme del più ampio concetto di Open government , il quale prevede un approccio degli enti pubblici aperto e trasparente, in grado di mettere i cittadini nella condizioni di valutarne l’operato. L’Open data, oltre a sottolineare una volontà strategico-politica di apertura e trasparenza delle scelte e, in particolare, dell’impiego delle risorse pubbliche a disposizione del “Governo”, si muove dalla convinzione che i dati in possesso delle Pubbliche Amministrazioni siano un patrimonio che può essere proficuamente messo a valore. La capacità di far emergere e moltiplicare tale valore è direttamente proporzionale alla possibilità di rendere pienamente accessibili e riutilizzabili i dati a tutta la popolazione e a costi ridotti. Tali criteri sono soddisfatti dalla rete Internet e dalla scelta di utilizzare standard e formati aperti oltre che dalla disponibilità di soluzioni software, tipiche di quello che viene definito Web2.0 e open source software, che abilitano e favoriscono processi di partecipazione, uso e riuso di informazioni e dati.
L’accesso ai dati pubblici è un diritto che tutti i soggetti interessati (cittadini e organizzazioni pubbliche e private) possono esercitare e un obbligo a cui le Pubbliche Amministrazioni, entro i limiti definiti dalla legge, sono tenute a rispettare. Tra “accesso” e “riutilizzo” però la distanza è molta, come esiste una significativa differenza tra la disponibilità di dati strutturati, organizzati e informatizzati accedibili attraverso la rete Internet e archivi cartacei, non organizzati secondo criteri definiti e per i quali è necessario un accesso fisico. L’accesso al dato può essere garantito in entrambi i casi ma il loro livello di riutilizzo, specie se si parla di grandi moli di informazioni e banche dati, è significativamente differente. Da un lato quindi la Pubblica Amministrazione è sicuramente pronta e abituata a mettere a disposizione i propri dati, dall’altro le modalità e i processi che devono essere attivati implicano scelte strategiche importanti ed un sostanziale e complesso cambiamento culturale.
Per Open Data, “dati aperti”, si intende quindi una modalità di condivisione e messa a disposizione delle banche dati e delle informazioni raccolte, gestite e manutenute dalle Pubbliche Amministrazioni per fini istituzionali e di funzionamento. Basti pensare, ad esempio, alle informazioni relative allo stato dell’ambiente, dati di tipo geografico e quindi georeferenziati, dati statistico demografici, dati di bilancio, informazioni e dati culturali e turistici, ecc… tutti dati ad elevato valore informativo per privati, associazioni ed imprese. Proprio in questo senso la Commissione Europea ha recentemente presentato una sua strategia sui dati aperti per l’Europa, quantificando in 40 miliardi di euro all’anno il contributo che ne deriverebbe per l’economia europea. L’Open Data è quindi sì una questione di trasparenza, ma anche una opportunità per i sistemi economici locali di avere nuovi e competitivi fattori produttivi “immateriali” per produrre beni e servizi migliori e quindi più competitivi.
La risoluzione approvata impegna la Giunta a definire e adottare interventi, anche di natura organizzativa e gestionale, atti e provvedimenti amministrativi necessari, oppure specifiche norme, per “garantire la massima apertura e messa a disposizione delle informazioni pubbliche” in possesso delle Pubbliche amministrazioni regionali, nel rispetto delle leggi vigenti, identificando criteri guida e livelli di garanzia per i privati cittadini, le imprese ed il terzo settore che scelgano di utilizzare i dati pubblici resi disponibili dalle P.A. Si sollecita quindi la Giunta a “intraprendere azioni concrete nei confronti degli enti locali regionali”, delle società partecipate e degli operatori economici affinché l’Open Data diventi la regola con cui i dati in possesso sia delle organizzazioni pubbliche, che di quelle non pubbliche, siano raccolti, trattati e manutenuti. Si impegna altresì la Giunta Regionale ad attivarsi per coinvolgere le comunità potenziali di utilizzatori di dati, professionali e non, con particolare attenzione alle fasce più giovani, rappresentate da studenti universitari e di scuole secondarie di secondo grado.
E’ già on line il portale regionale www.dati.emilia-romagna.it, seconda esperienza regionale in Italia, sul quale sono disponibili oltre dieci basi dati di proprietà della Regione licenziate con licenze Open Data. Una esperienza che deve crescere e coinvolgere altre realtà locali, Comuni, Unioni, Province, per realizzare un ecosistema di dati aperti e riutilizzabili a disposizione dei cittadini, delle imprese e delle altre Pubbliche Amministrazioni.
Il PD, presentando questa risoluzione, riconosce un valore strategico agli Open Data al fine di favorire e agevolare la trasparenza ma anche e soprattutto la partecipazione e la nascita e crescita di nuove imprese sul territorio regionale.
Thomas Casadei
Consigliere Regionale Emilia-Romagna Gruppo Assembleare PD