Biblioteche: spazi pubblici da tenere sempre aperti
La recente, bella, festa per i 90 anni della Biblioteca “Aurelio Saffi” di Forlì mi ha fatto riflettere sulla funzione di una biblioteca in una città.
Come ha osservato l’Ass. alla Cultura Patrick Leech, intervenuto insieme al Sindaco Roberto Balzani, ogni città ha una biblioteca pubblica in un edificio spesso centrale dello spazio urbano. La biblioteca è luogo di incontro, ove entrano in contatto studenti delle scuole di ogni ordine e grado, da quelli più piccoli accompagnati dai nonni o dai genitori fino agli studenti universitari (quelli che abitano la città da tempo oppure quelli che la vivono nell’epoca degli studi). E ancora, qui si ritrovano ricercatori, cultori delle discipline e degli argomenti più vari, perché la biblioteca è spazio di massima libertà e di autentico pluralismo, e cittadini, di ogni formazione e cultura.
In questo senso la biblioteca è spazio pubblico per eccellenza. Se le biblioteche non esistessero più andrebbero perduti la ricchezza del patrimonio documentario, straordinari legami umani, spazi di scambio culturali. Legami umani dalle molteplici forme: si instaurano fra coloro che hanno lavorato o lavorano in biblioteca, fra gli utenti e i bibliotecari, e ovviamente fra gli utenti, che hanno passioni, amano il dialogo, la parola, la lettura, la conoscenza: ciò che la “società dello spettacolo”, con un pervasivo lavoro, cerca da tempo di annullare. Di qui dunque l’importanza – anche e soprattutto in chiave politica – della biblioteca come luogo del patrimonio e luogo di legami umani autentici; di qui l’importanza della biblioteca come spazio aperto per la città, cuore della vita cittadina e dei centri storici.
Per queste ragioni la politica – specie quella democratica – anziché interrogarsi sull’apertura 365 giorni all’anno dei grandi centri commerciali (o addirittura sostenerne la necessità), dovrebbe favorire sul piano, anche in modi creativi d’intesa con associazioni, gruppo di cittadini, artisti, l’apertura 365 giorni all’anno, per l’intera giornata fino a tarda sera, delle biblioteche.
Luoghi di partecipazione, di lettura ma anche di esposizione e rappresentazione artistica (al riguardo molto interessanti le sperimentazioni in atto nella biblioteca forlivese nate dal dialogo con giovani artisti e talenti), le biblioteche, non certamente le grandi cattedrali del consumo e del consumismo, possono giocare un ruolo fondamentale nel restituire forza vitale al piacere dello stare insieme e del sentirsi concittadini.
Che per il suo 90° compleanno la Biblioteca Saffi abbia registrato 30.000 frequenze in più (dalle 65.000 del 2010 alle 95.000 del 2011), così come tante altre biblioteche che hanno visto incrementi significativi in questi anni di crisi, conferma che un nuovo risorgimento, culturale e politico, è possibile. Bisogna crederci e operare di conseguenza.
Thomas Casadei
ma la biblioteca di Forlì sta crollando!
Gentile Angela,
rispondo alla sua notazione, dopo aver raccolto alcune informazioni:
– i tetti del Palazzo sono stati quasi tutti sistemati
– c’è stato un crollo dell’arrellato (una specie di controsoffitto) in una stanza. E’ in preparazione un progetto per il ripristino. Per l’estate (al massimo settembre) dovrebbe essere riaperta la Sala Piancastelli
– in seguito al crollo dell’arrellato sono stati effettuati controlli puntuali su tutto l’edificio. Sono stati rilevate diverse aree di criticità ma non a rischio crollo
– è stato avviato anche un controllo sistematico di tutto l’edificio (verifica sismica a statica) di cui si riferirà entro maggio, e in seguito al quale si deciderà come e dove intervenire
– le stanze al pian terreno e la sala a scaffalatura aperta al primo piano sono aperte e funzionanti. Avendo volte a mattoni non ci sono le arrellate.
In sintesi la situazione è, per certi versi, critica ma sotto controllo. Il Palazzo del resto è antico. Sono in corso riflessioni su progetti anche per spostamenti di parte della biblioteca su cui si prenderanno eventualmente decisioni in futuro.