Casadei: “Azioni solidali, formazione e accesso al lavoro per contrastare la povertà”
Qualche giorno fa il direttore della Caritas diocesana di Forlì, Sauro Bandi, ha lanciato un allarme preoccupante. La povertà colpisce sempre di più le famiglie forlivesi ed anche le generazioni più giovani, alle prese con la precarietà del lavoro, la cassa integrazione e la disoccupazione.
Basta guardare i numeri per rendersi conto che la povertà ha cambiato volto: nel 2011 i nuclei familiari seguiti dalla Caritas sono passati da 1.740 a 2.297. Di questi, il 27% sono famiglie italiane.
La crisi ha dunque cacciato da condizioni di relativo “benessere” un insospettabile ceto medio, che è diventato povero in pochissimo tempo. Racconta Bandi che il bisogno più sentito è il lavoro, fondamentale mezzo di sostentamento e importantissimo strumento identitario. A seguire, cresce a dismisura la richiesta di generi alimentari: sempre nel 2011 la Caritas ha distribuito 10.202 colazioni, 15.345 pasti serali e 2.706 pacchi alimentari.
Alle difficoltà dovute al lavoro, si aggiungono quelle legate alle spese: affitto, mutui, bollette non pagati si accumulano creando un indebitamento familiare che pesa come un macigno.
Bandi suggerisce quindi di trovare nuove risposte, di studiare nuove strategie basate non solo sulla gestione delle emergenze, ma su nuove reti di relazioni, nelle quali tutti i cittadini possano trarne beneficio, in termini di reciprocità degli impegni e di possibilità di condividere le risorse a disposizione.
Sono sicuro che questa sia la strada da percorrere: ognuno di noi può infatti rimboccarsi le maniche e compiere azioni di cooperazione e solidarietà. Solidarietà è la condivisione partecipe. Ovvero, come suggerito da Bandi, la riscoperta dei valori più autenticamente umani, l’invito a vivere insieme e condividere.
Su questa parola dovrebbe soffermarsi anche la politica, valorizzando la partecipazione alle scelte economiche nella tutela del ‘ben-essere’ collettivo. E facendo pagare di più a chi ha di più, e meno ha chi ha meno. In questo senso, credo che il prossimo governo, che mi auguro possa essere espressione del Pd e delle forze del centrosinistra, debba come primo atto introdurre un’imposta patrimoniale nel contesto di un nuovo patto sociale imperniato su un sistema fiscale equo e solidale. Si tratta di provvedimenti che non possono essere messi in campo da un governo tecnico come quello di Monti, ma da un governo politico, coraggioso, che metta in primo piano il contrasto alla povertà e a tutti i meccanismi che la generano e che promuova formazione e accesso al lavoro come si sta cercando di fare a livello regionale con il Piano straordinario per l’occupazione giovanile.
Thomas Casadei
Consigliere regionale
Capogruppo Pd Commissione Lavoro, Scuola, Formazione, Cultura