Centrosinistra patrimonio comune. Netta la vittoria di Bersani: ora avanti con il cambiamento
Le primarie sono state uno straordinario momento di partecipazione: l’impegno di centomila volontari, che per settimane hanno tenuto aperti migliaia di circoli, organizzato innumerevoli iniziative pubbliche e animato tantissimi comitati, ha permesso a oltre tre milioni di persone di scegliere quale candidato dovrà rappresentarli come forze del centrosinistra.
Risultato per niente scontato in un momento di un diffuso sentimento di anti-politica a dimostrazione del fatto che gli italiani sanno ancora appassionarsi all’impegno civile e politico se vengono offerti loro gli strumenti giusti.
Pierluigi Bersani ha mostrato grande solidità e ottimo spirito e Matteo Renzi, ha cercato di cogliere una spinta innovativa che c’e’ in tanti settori della società e che va assolutamente valorizzata ma soprattutto ancorata a forti contenuti programmatici.
Il fatto che Bersani abbia imperniato la sua prospettiva su moralità e lavoro, e su diritti ed Europa, in strettissimo dialogo con tutti i leader progressisti e socialisti europei credo sia una garanzia di forte cambiamento, supportata anche dalla proposta di scegliere i parlamentari con le primarie (che devono essere a doppia preferenza, per affermare davvero la democrazia paritaria). Di qui il mio convinto sostegno.
Non condivido l’idea che la sinistra oggi sia minoritaria in Italia (e del resto le analisi di Galli Della Loggia richiamate anche di recente nel dibattito pubblico non mi convincono), tutt’altro: credo che il PD sia nato proprio per dimostrare che un grande partito alla guida di un’area vasta di centrosinistra può finalmente affermare nel paese una diversa ‘egemonia democratica’, culturale oltre che politica. Per questo ha senso lottare e battersi, non certo recependo ciò che – di volta in volta – viene da un generico ‘sentire comune’ della società. I partiti politici, lo ricordava Gramsci, hanno la missione di mutare e trasformare la società, comprendendola nel profondo, a questa missione occorre riportare la loro prospettiva; i soggetti politici collettivi non vanno aboliti – ne tanto meno sostituiti da kermesse mediatiche o meri comitati elettorali – ma profondamente e radicalmente rinnovati, e certamente aperti a processi di grande osmosi con i settori più vitali della società. Sarà questo il compito che attende il Pd, un partito giovane che deve ancora rafforzare i suoi canali di partecipazione continua e le sue forme di elaborazione comune, ‘dal basso’.
In questo senso l’asse con Sel e i Socialisti, che configura già una solida ‘alleanza per i beni comuni’, è un patrimonio prezioso, così come prezioso è un dialogo – che deve divenire fattiva cooperazione – con tanti mondi dell’associazionismo e del civismo progressista. Il sostegno di Sindaci come Zedda, Pisapia e Rossi Doria alla proposta di Bersani ha fatto intravedere questo straordinario potenziale che ora va coltivato e sviluppato, così come importante e assai significativa è stata l’affermazione di Bersani anche sul voto d’opinione nelle grandi città e nei centri urbani, in tutte le regioni del paese.
Quella delle primarie è stata dunque una gran bella e utile sfida, e credo che ora se ne debba fare tesoro al meglio (a cominciare dai due leader ma, al contempo, anche dai loro sostenitori e simpatizzanti), perchè il centrosinistra, lo abbiamo visto, e’ uno straordinario patrimonio comune: un patrimonio comune che va coltivato insieme.
Bersani ha vinto in maniera netta le primarie e deve dunque avere il sostegno di tutto il centrosinistra e così conquistare la fiducia di tantissimi altri cittadini italiani. Il bello viene ora, ma di certo quel che è stato fatto fin qui è un meraviglioso patrimonio comune, sul quale occorre continuare ad investire, con rigore e passione.
Thomas Casadei
Consigliere regionale PD, direttore Istituto Gramsci Forlì