Commercio al dettaglio. Necessario un cambio di rotta o arriveremo alla desertificazione urbana
Nei primi quattro mesi dell’anno, per ogni negozio che ha aperto, tre hanno cessato l’attività. Complessivamente, dall’inizio del 2013 la distribuzione commerciale ha registrato la chiusura di circa 21.000 imprese, per un saldo negativo di 12.750 unità. Sono i dati contenuti in uno studio di Confesercenti che mostra come la desertificazione delle attività commerciali in Italia sia un fenomeno in continua accelerazione, e potrebbe portare – secondo le stime della Confederazione – alla scomparsa dell’intera rete dei negozi al dettaglio nel nostro Paese già nell’arco dei prossimi 10 anni. E, se si dovesse continuare di questo passo, già a fine 2013 sparirebbero circa 43.000 negozi.
Si tratta di un’emergenza sociale, economica ed occupazionale insieme. Se si considera che, mediamente, ogni impresa del commercio occupa tre persone, rischiamo di far crescere la disoccupazione di oltre 120 mila unità entro la fine del 2013. Il nostro Paese non può permettersi la catastrofe del settore commerciale, perché il conto sarebbe troppo salato.
A produrre questa situazione non è solo il crollo dei consumi dovuti alla crisi, ma una lunga serie di scelte scellerate compiute negli ultimi 15 anni. Si è preferito infatti investire su enormi mostri commerciali, assurdi non-luoghi di cemento che hanno mangiato il territorio delle periferie delle nostre città e paesi, dove si trova di tutto tranne quell’antico rapporto di fiducia tipico delle botteghe dei centri storici.
C’è bisogno di un cambio di rotta. Si potrebbe cominciare con una serie di interventi urgenti per facilitare la tenuta dei negozi di prossimità: si potrebbe prevedere, per esempio, la cessazione dell’adeguamento Istat degli affitti così come è avvenuto per i privati e il ricalcolo degli stessi favorendo affitti di tipo calmierato e non più cifre che risultano spesso insostenibili. Inoltre si potrebbero prevedere sgravi di IMU per chi si adegua a queste politiche di sostegno al commercio.
Dal 2008 ad oggi sono troppo poche le azioni fatte a sostegno del commercio e non è certo con la liberalizzazione degli orari di apertura che si risolvono i problemi di queste piccole realtà che però riguardano, nel complesso, tanti posti di lavoro.
Thomas Casadei
Consigliere regionale
Capogruppo PD commissione Lavoro, Turismo, Cultura, Scuola, Formazione e Sport