IMPEGNO PUBBLICO E ATTIVITA’ ISTITUZIONALE – Aggiornato a dicembre 2014

Cultura e istituzioni locali: per una nuova visione dei legami tra città capoluogo e territori

Tra le questioni che connotano la sfida sulla necessità di un nuovo modello di economia e di società, le opportunità collegate alla cultura e ai beni culturali sono tra quelle di non poco conto. Proprio per questo motivo, pur in un bilancio difficile come quello 2011, la regione Emilia-Romagna ha avuto grande attenzione per il sostegno alle attività di questo settore.

In ambito di promozione e commercializzazione turistica la Regione Emilia-Romagna nel 2010 ha impegnato 20 milioni e 612 mila euro. Per interventi di valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, nell’ambito di risorse messe a disposizione dal Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Fesr) 2007-2013, sono stati poi assegnati 40 milioni e 692 mila euro per 38 interventi selezionati in attuazione di convenzioni tra regioni e province. Altri 24 milioni di euro sono stati assegnati a 277 progetti presentati da operatori privati per servizi a supporto della fruibilità del patrimonio culturale e ambientale.

Nel settore dello spettacolo ammontano a oltre 7 milioni di euro i contributi assegnati nel 2010 dalla Regione a sostegno dei 35 soggetti pubblici e privati convenzionati.

Per quanto riguarda i beni culturali, in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali sono state assegnate alle Province e all’IBACN risorse finanziarie per 4 milioni e 600 mila euro.

Credo sia doveroso evidenziare gli investimenti compiuti dalla Regione a dimostrazione del fatto, ancora una volta, che, nonostante il periodo di grave crisi economica e i tagli scellerati del Governo, in Emilia- Romagna si continua a investire e a credere che la cultura sia terreno necessario per la crescita di una società migliore.

La sfida è ora quella di implementare il reperimento di fondi dall’Europa: una via da perseguire con slancio e nuova capacità di integrare progetti e professionalità.

Si tratta ora però, in una regione che ha una rilevanza centrale nel panorama nazionale, anche di porsi l’obiettivo di rivisitare il sistema culturale per come lo abbiamo fin qui conosciuto. Partendo, certo, dalle nostre eccellenze ma anche individuando nuove modalità di organizzazione e promozione del sistema. Le minori risorse disponibili, del resto, rendono necessario razionalizzare e rendere il più efficace possibile ogni azione, sia da parte dei soggetti istituzionali sia da parte di quelli associativi.

E’ necessario valutare la qualità delle proposte culturali – in un’ottica di valorizzazione del pluralismo e dell’indipendenza dei vari ambiti – pensando anche a come orientarle verso nuove direzioni in sintonia con la domanda, ma anche in correlazione con alcune scelte strategiche che le istituzioni devono avere il coraggio e la forza di attuare.

Attraverso una chiara mappatura e conoscenza profonda delle tante realtà che si muovono nell’ambito dei diversi mondi della cultura, occorre puntare in maniera sempre più decisa su forme integrate di fruizione dei beni culturali e della proposta culturale che il territorio è in grado di generare; e, entro questo contesto, cogliendo la possibilità di correlare le attività culturali con eventi che offrano svago, ma anche benessere fisico e mentale alle persone. Questo può voler dire pensare all’offerta culturale entro una visione di rete territoriale che unisca le città capoluogo con le bellezze che caratterizzano tutti gli altri comuni più piccoli: spazi della città, paesaggi collinari, località montane, in una logica di fruizione dei luoghi completamente diversa dal passato Una logica in cui l’unicità dell’esperienza dei luoghi data dal contesto artistico, culturale, storico, dalla tipicità dei prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato del territorio si unisce alla capacità dei soggetti e delle imprese culturali di generare eventi, manifestazioni, momenti di incontro all’insegna della qualità.

E’ una strada che va intrapresa, esaltata e potenziata, entro una visione d’insieme delle scelte amministrative che metta al centro la cultura, sottraendola ad uno spazio residuale.

La nostra è una regione dove l’attenzione all’impatto ambientale è progressivamente e opportunamente aumentato, questo può e deve diventare elemento distintivo anche dell’offerta culturale e turistica: il benessere proposto deve trovare una sua coerenza in un ambiente sano, nei cibi a chilometro zero, nell’uso di energie rinnovabili e nell’abitudine al risparmio energetico nel sistema ricettivo. Esperienze come i centri commerciali naturali nei centri storici, l’albergo diffuso, i percorsi artistico-culturali che mettono in rete i territori vanno attivate e sostenute e in questo senso gli operatori culturali, i lavoratori dello spettacolo e delle arti non possono essere considerati lavoratori di “serie” ma straordinarie risorse da ascoltare, valorizzare, promuovere.

L’arte, la cultura e la storia dei nostri territori sono una grandissima risorsa anche dal punto di vista turistico: ma prima della valorizzazione turistica va la comprensione di cosa renda un’offerta turistica un’offerta di qualità e in questo senso il ruolo dell’associazionismo e della professionalità giocano un ruolo chiave.

Il turismo culturale si sostanzia certo di città d’arte e di mostre, ma sono tutti i nostri territori che possono divenire meta di elezione per viaggiatori in cerca di un modo non solo intelligente, ma anche innovativo e di qualità, per visitare paesi e città.

Alle istituzioni, ai soggetti economici, alle associazioni, agli enti di promozione la sfida di un’integrazione virtuosa e con lo sguardo aperto al futuro. Una sfida che non ammette tagli su progetti di qualità ma semmai scelte di valorizzazione di ciò che promuove una visione della cultura e del lavoro culturale che, alzando lo sguardo oltre i campanili, porta – per un gioco di interconnessioni virtuose – ad una loro autentica valorizzazione in cui le città capoluogo dovrebbero svolgere un ruolo propulsivo e di coordinamento.

Thomas Casadei
consigliere regionale, capogruppo PD Comm. Turismo, Lavoro, Scuola, Cultura, Formazione
Docente di Teoria e prassi dei diritti umani – Università di Modena e Reggio Emilia

 

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Ci impegniamo, noi e non gli altri,

unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto, né che sta in basso,

né chi crede, né chi non crede. Ci impegniamo:

senza pretendere che gli altri si impegnino per noi, senza giudicare chi non si impegna,

senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna,

senza cercare perché non si impegna. Se qualche cosa sentiamo di "potere"

e lo vogliamo fermamente è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo,

si muta se noi ci facciamo nuovi, ma imbarbarisce

se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi. Ci impegniamo:

per trovare un senso alla vita, a questa vita

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che bene conosciamo e che non ci prendono il cuore.

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(Bertolt Brecht)

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(Lelio Basso)

Davvero, vivo in tempi bui!

La parola innocente è stolta. Una fronte distesa

vuol dire insensibilità. Chi ride,

la notizia atroce

non l'ha saputa ancora.

Quali tempi sono questi, quando

discorrere d'alberi è quasi un delitto,

perchè su troppe stragi comporta silenzio!

E l'uomo che ora traversa tranquillo la via

mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici

che sono nell'affanno?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.

Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla

di quel che fo m'autorizza a sfamarmi.

Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,

e sono perduto).

"Mangia e bevi!", mi dicono: "E sii contento di averne".

Ma come posso io mangiare e bere, quando

quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e

manca a chi ha sete il mio bicchiere d'acqua?

Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.

Nei libri antichi è scritta la saggezza:

lasciar le contese del mondo e il tempo breve

senza tema trascorrere.

Spogliarsi di violenza,

render bene per male,

non soddisfare i desideri, anzi

dimenticarli, dicono, è saggezza.

Tutto questo io non posso:

davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,

quando la fame regnava.

Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,

e mi ribellai insieme a loro.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.

Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.

Feci all'amore senza badarci

e la natura la guardai con impazienza.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.

La parola mi tradiva al carnefice.

Poco era in mio potere. Ma i potenti

posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Le forze erano misere. La meta

era molto remota.

La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me

quasi inattingibile.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi

dove fummo travolti

pensate

quando parlate delle nostre debolezze

anche ai tempi bui

cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,

attraverso le guerre di classe, disperati

quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:

anche l'odio contro la bassezza

stravolge il viso.

Anche l'ira per l'ingiustizia

fa roca la voce. Oh, noi

che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,

noi non si potè essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l'ora

che all'uomo un aiuto sia l'uomo,

pensate a noi

con indulgenza.

(Bertolt Brecht, “A coloro che verranno”, 1939)

Un libro prima di essere un oggetto di mercato è un rapporto sociale

(sensibili alle foglie)

www.sensibiliallefoglie.it - www.libreriasensibiliallefoglie.com

C'è un'unica

verità elementare

la cui ignoranza uccide

innumerevoli idee

e splendidi piani:

nel momento in cui

uno si impegna a fondo,

anche la Provvidenza

allora si muove.

Infinite cose accadono

per aiutarlo,

cose che altrimenti

non sarebbero

mai avvenute...

Qualunque cosa tu possa fare,

o sognare di poter fare

cominciala.

L'audacia ha in sé genio,

potere e magia.

Cominciala adesso.

(J. W. Goethe)

... prepareremo giorni e stagioni

a misura dei nostri sogni

( Paul Eluard)

No, giovani, armate invece il vostro animo di una fede vigorosa: sceglietela voi liberamente purchè la vostra scelta presupponga il principio di libertà. Se non lo presuppone voi dovete respingerla, altrimenti vi mettereste su una strada senza ritorno, una strada al cui termine starebbe la vostra morale servitù: sareste dei servitori in ginocchio, mentre io vi esorto ad essere sempre degli uomini in piedi, padroni dei vostri sentimenti e dei vostri pensieri. Se non volete che la vostra vista scorra monotona, grigia e vuota, fate che essa sia illuminata dalla luce di una grande e nobile idea. A voi tutti i più fervidi auguri per l'anno che sta sorgendo?

(Sandro Pertini, 31 dicembre 1978)

"La teoria pura va lasciata a coloro che hanno il buon tempo di riflettere soltanto, ma non hanno il tempo da dedicare alle vittime di questa terra"

(J.H. Cone)

La libertà ... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica

(Ignazio Silone, Uscita di Sicurezza)

Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere

(Paulo Coelho)

Non c'è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale, non si può separare l'homo faber dall'homo sapiens. Ogni uomo infine, all'infuori della sua professione esplica una qualche attività intellettuale, è cioè un "filosofo", un artista, un uomo di gusto, partecipa di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di condotta morale, quindi contribuisce a sostenere o a modificare una concezione del mondo, cioè a suscitare nuovi modi di pensare.

(Antonio Gramsci)

Un'antica leggenda cinese parla del filo rosso del destino, dice che gli dei hanno attaccato un filo rosso alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai.

Jake Bohm (David Mazouz), in Touch, 2012

Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa,mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore. E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.

(Josè Saramago)

C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.

(Erri De Luca, Il giorno prima della felicità)

Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno che ami e lui ricambia stringendoti più forte

(Charles Bukowski)

I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;

sempre liberi di separarsi senza separarsi mai

(Alfred Bougeard)

Incontrarsi fu trovarsi. Nel momento misterioso in cui le loro mani si toccarono, esse si saldarono.

Quando quelle due anime si scorsero, si riconobbero come necessità reciproca e si abbracciarono indissolubilmente

(I miserabili - Victor Hugo)