Cultura e istituzioni locali: per una nuova visione dei legami tra città capoluogo e territori
Tra le questioni che connotano la sfida sulla necessità di un nuovo modello di economia e di società, le opportunità collegate alla cultura e ai beni culturali sono tra quelle di non poco conto. Proprio per questo motivo, pur in un bilancio difficile come quello 2011, la regione Emilia-Romagna ha avuto grande attenzione per il sostegno alle attività di questo settore.
In ambito di promozione e commercializzazione turistica la Regione Emilia-Romagna nel 2010 ha impegnato 20 milioni e 612 mila euro. Per interventi di valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, nell’ambito di risorse messe a disposizione dal Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Fesr) 2007-2013, sono stati poi assegnati 40 milioni e 692 mila euro per 38 interventi selezionati in attuazione di convenzioni tra regioni e province. Altri 24 milioni di euro sono stati assegnati a 277 progetti presentati da operatori privati per servizi a supporto della fruibilità del patrimonio culturale e ambientale.
Nel settore dello spettacolo ammontano a oltre 7 milioni di euro i contributi assegnati nel 2010 dalla Regione a sostegno dei 35 soggetti pubblici e privati convenzionati.
Per quanto riguarda i beni culturali, in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali sono state assegnate alle Province e all’IBACN risorse finanziarie per 4 milioni e 600 mila euro.
Credo sia doveroso evidenziare gli investimenti compiuti dalla Regione a dimostrazione del fatto, ancora una volta, che, nonostante il periodo di grave crisi economica e i tagli scellerati del Governo, in Emilia- Romagna si continua a investire e a credere che la cultura sia terreno necessario per la crescita di una società migliore.
La sfida è ora quella di implementare il reperimento di fondi dall’Europa: una via da perseguire con slancio e nuova capacità di integrare progetti e professionalità.
Si tratta ora però, in una regione che ha una rilevanza centrale nel panorama nazionale, anche di porsi l’obiettivo di rivisitare il sistema culturale per come lo abbiamo fin qui conosciuto. Partendo, certo, dalle nostre eccellenze ma anche individuando nuove modalità di organizzazione e promozione del sistema. Le minori risorse disponibili, del resto, rendono necessario razionalizzare e rendere il più efficace possibile ogni azione, sia da parte dei soggetti istituzionali sia da parte di quelli associativi.
E’ necessario valutare la qualità delle proposte culturali – in un’ottica di valorizzazione del pluralismo e dell’indipendenza dei vari ambiti – pensando anche a come orientarle verso nuove direzioni in sintonia con la domanda, ma anche in correlazione con alcune scelte strategiche che le istituzioni devono avere il coraggio e la forza di attuare.
Attraverso una chiara mappatura e conoscenza profonda delle tante realtà che si muovono nell’ambito dei diversi mondi della cultura, occorre puntare in maniera sempre più decisa su forme integrate di fruizione dei beni culturali e della proposta culturale che il territorio è in grado di generare; e, entro questo contesto, cogliendo la possibilità di correlare le attività culturali con eventi che offrano svago, ma anche benessere fisico e mentale alle persone. Questo può voler dire pensare all’offerta culturale entro una visione di rete territoriale che unisca le città capoluogo con le bellezze che caratterizzano tutti gli altri comuni più piccoli: spazi della città, paesaggi collinari, località montane, in una logica di fruizione dei luoghi completamente diversa dal passato Una logica in cui l’unicità dell’esperienza dei luoghi data dal contesto artistico, culturale, storico, dalla tipicità dei prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato del territorio si unisce alla capacità dei soggetti e delle imprese culturali di generare eventi, manifestazioni, momenti di incontro all’insegna della qualità.
E’ una strada che va intrapresa, esaltata e potenziata, entro una visione d’insieme delle scelte amministrative che metta al centro la cultura, sottraendola ad uno spazio residuale.
La nostra è una regione dove l’attenzione all’impatto ambientale è progressivamente e opportunamente aumentato, questo può e deve diventare elemento distintivo anche dell’offerta culturale e turistica: il benessere proposto deve trovare una sua coerenza in un ambiente sano, nei cibi a chilometro zero, nell’uso di energie rinnovabili e nell’abitudine al risparmio energetico nel sistema ricettivo. Esperienze come i centri commerciali naturali nei centri storici, l’albergo diffuso, i percorsi artistico-culturali che mettono in rete i territori vanno attivate e sostenute e in questo senso gli operatori culturali, i lavoratori dello spettacolo e delle arti non possono essere considerati lavoratori di “serie” ma straordinarie risorse da ascoltare, valorizzare, promuovere.
L’arte, la cultura e la storia dei nostri territori sono una grandissima risorsa anche dal punto di vista turistico: ma prima della valorizzazione turistica va la comprensione di cosa renda un’offerta turistica un’offerta di qualità e in questo senso il ruolo dell’associazionismo e della professionalità giocano un ruolo chiave.
Il turismo culturale si sostanzia certo di città d’arte e di mostre, ma sono tutti i nostri territori che possono divenire meta di elezione per viaggiatori in cerca di un modo non solo intelligente, ma anche innovativo e di qualità, per visitare paesi e città.
Alle istituzioni, ai soggetti economici, alle associazioni, agli enti di promozione la sfida di un’integrazione virtuosa e con lo sguardo aperto al futuro. Una sfida che non ammette tagli su progetti di qualità ma semmai scelte di valorizzazione di ciò che promuove una visione della cultura e del lavoro culturale che, alzando lo sguardo oltre i campanili, porta – per un gioco di interconnessioni virtuose – ad una loro autentica valorizzazione in cui le città capoluogo dovrebbero svolgere un ruolo propulsivo e di coordinamento.
Thomas Casadei
consigliere regionale, capogruppo PD Comm. Turismo, Lavoro, Scuola, Cultura, Formazione
Docente di Teoria e prassi dei diritti umani – Università di Modena e Reggio Emilia