Cultura, risoluzione maggioranza. Casadei: “Trasformazione province non si traduca in perdita di risorse”
L’iter di riordino istituzionale che riguarda le Province non si deve tradurre in una perdita di risorse per la cultura. È quanto si auspica in una risoluzione firmata da Thomas Casadei e da numerosi altri suoi colleghi del Pd e da consiglieri Idv, Sel-Verdi e Fds, oltre a Franco Grillini del Gruppo Misto.
“In Emilia-Romagna la cultura e la creatività hanno un valore economico pari a più di 32 mila imprese per 78 mila addetti, senza contare l’incidenza della redditività prodotta dal turismo culturale. Se non ci saranno variazioni – segnalano i consiglieri – il settore dello spettacolo perderà risorse pari a 760 mila euro, i sistemi bibliotecari oltre 850 mila euro, i musei quasi 500 mila euro e le istituzioni culturali delle Province subiranno tagli per 1,3 milioni di lire”.
Di qui la richiesta alla Giunta regionali di “agire in tutte le sedi più opportune perché le risorse destinate alla cultura non diminuiscano con la scomparsa delle Province, ma trovino un utilizzo attraverso il protagonismo delle città metropolitane, delle unioni e associazioni dei comuni oltre che delle città capoluogo”. Un ulteriore impegno sollecitato nella risoluzione è quello di “integrare il bilancio regionale destinato alla cultura al fine di venire incontro alle diverse realtà ed esperienze che vedrebbero seriamente messa in discussione la loro stessa sopravvivenza”. Anche verificando, in aggiunta, “la possibilità di investimenti integrativi e di diretta presa in carico dei progetti”.
Tra le funzioni delegate dalla Regione alle Province – si legge nella risoluzione –assume un ruolo di primo piano il settore strategico della cultura che potrebbe essere un efficace strumento di traino per il rilancio economico. Un patrimonio in termini di reddito e posti di lavoro che rischia di essere messo in serio pericolo dalla trasformazione delle Province in organi di secondo livello. La legge regionale in materia di promozione culturale (L.r.37/1994) assegna infatti alle Amministrazioni provinciali un ruolo di primo piano sia nell’esercizio delle funzioni di programmazione e coordinamento degli interventi sia nella realizzazione di progetti per obiettivi specifici. Per queste ragioni – sostengono Casadei e colleghi – “occorre una più approfondita riflessione”.
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