Dalla sentenza della Cassazione un importante stimolo al riconoscimento dei diritti civili, per tutti
A pochi giorni dall’approvazione da parte del Parlamento Europeo del rapporto sulla parità dei diritti uomo-donna nel quale viene sancito il principio di “uguale trattamento delle coppie senza distinzione di religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale” e l’inammissibilità per i governi nazionali europei di dare “definizioni restrittive di famiglia” allo scopo di negare protezione alle coppie gay e ai loro figli, la recente sentenza della Corte di Cassazione costituisce un altro importante passo avanti verso il riconoscimento dei diritti civili per tutte le persone lgbt.
In merito alla richiesta di trascrizione in Italia dell’atto di matrimonio celebrato nel 2002 in Olanda di una coppia omosessuale e sulla base dell’articolo 12 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo (alla quale ha aderito anche l’Italia) che priva di rilevanza giuridica la diversità di sesso dei nubendi, la sentenza della Corte di Cassazione, pur confermandone l’impossibilità perché non si produrrebbe alcun riconoscimento giuridico, afferma che “il quadro europeo dei diritti dei gay e il contesto sociale è fortemente cambiato” e che di conseguenza tutte le persone lgbt hanno il diritto di vivere liberamente la vita familiare e la condizione di coppia.
Si tratta di due fatti estremamente rilevanti nell’ambito dell’affermazione e del riconoscimento dei diritti civili delle coppie omosessuali (e anche di quelle eterosessuali di fatto) che deve spronare l’Italia, unico paese europeo insieme alla Grecia che non ha ancora regolato giuridicamente la materia, a intervenire anche dal punto di vista legislativo sulla tutela dei diritti delle famiglie (volutamente al plurale).
Del resto la presunta “superiorità” delle coppie eterosessuali in termini di “naturalità” e “garanzia di stabilità” viene quotidianamente smentita da palesi ipocrisie (quante famiglie “non ufficiali” si nascondono dietro matrimoni pubblici tradizionali?) e da efferati fatti di cronaca, dove neanche il “sacro vincolo” del matrimonio mette al riparo da violenze inaudite all’interno del nucleo famigliare.
Credo sia giunta l’ora di riconoscere che ‘famiglia’ è il nucleo di persone che sono unite da vincoli di affetto e di amore, senza distinzione di sesso, religione, origine culturale, stile di vita, orientamento sessuale: si tratta, appunto, di famiglie.
Thomas Casadei
Consigliere regionale PD
Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini
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