IMPEGNO PUBBLICO E ATTIVITA’ ISTITUZIONALE – Aggiornato a dicembre 2014

Dieci mosse per eliminare gli sprechi

di Ignazio Marino – Pubblicato su “L’Espresso” – 27/09/2011

Per mantenere la qualità del nostro servizio pubblico è necessario intervenire con urgenza sui punti deboli perché senza interventi il sistema non si regge e in pochi decenni si arriverà a una sanità all’americana, basata sul censo: chi è più abbiente avrà assistenza tempestiva e cure all’avanguardia, tutti gli altri potranno solo sperare di non ammalarsi mai. Queste le priorità:

1. Chiudere tutti gli ospedali con meno di cento posti letto, iniziando da quelli sprovvisti di un servizio attivo H24 di anestesia e rianimazione. I piccoli ospedali non sono preparati per fare fronte alle emergenze, non sono sicuri per i pazienti, eppure sono costosissimi. Andrebbero sostituiti con una rete di soccorso stradale e di elisoccorso che risponda con interventi efficaci e rapidi. Inoltre, serve concentrare le competenze ultraspecialistiche nei grandi ospedali e realizzare tra questi una collaborazione per affrontare tutte le urgenze delle vaste aree metropolitane. Ad esempio a Parigi un solo ospedale alla volta è di turno per le urgenze neurochirurgiche.

2. Incentivare la medicina di gruppo per i medici di medicina generale, con ambulatori tecnologicamente attrezzati, aperti dodici ore al giorno, sei giorni a settimana. I medici non sarebbero più solo dei prescrittori di ricette ma tornerebbero a svolgere un ruolo centrale. Diminuirebbe il ricorso ai Pronto Soccorso e i costi generali degli interventi medici. I pazienti sarebbero più felici di essere assistiti per una colica renale in tempi rapidi e da un volto amico, piuttosto che essere abbandonati per ore su una sedia di una sala d’attesa di un Ps.

3. Eliminare reparti ospedalieri inutili e doppioni spesso creati per affidare un incarico a un nuovo primario più che per reali esigenze organizzative. Vanno chiusi e accorpati quei reparti, costosi e inutili, in cui l’attività è minima, come per esempio i centri trapianto che non eseguono almeno 50 trapianti l’anno o le strutture di emodinamica non attive H24. L’infarto non colpisce solo dalle nove alle diciassette dal lunedì al venerdì, mentre queste strutture costano somme enormi anche di notte e nei weekend, quando sono chiuse.

4. Sanzionare economicamente gli ospedali che ricoverano con anticipo i pazienti per gli interventi programmati. I pazienti, infatti, rimangono spesso in ospedale per giorni senza motivo, in attesa di essere operati. Ogni giorno di ricovero non necessario costa circa mille euro e in Italia il tempo passato inutilmente in ospedale prima di un intervento chirurgico programmato va da un minimo di 0,7 giorni (Marche e Friuli-Venezia Giulia) a un massimo di oltre due giorni (Lazio e Molise).

5. Applicare la legge sull’attività libero-professionale per ridurre le liste d’attesa e obbligare i medici a eseguire nel privato un numero di visite non superiore a quelle che svolgono nel pubblico. Al tempo stesso serve proibire la fatturazione separata, come avviene molto spesso oggi, e affidarla invece alla Asl. Tutti i medici, tecnici e infermieri dovrebbero avere la possibilità di svolgere la libera-professione, ma all’interno dell’ospedale e al di fuori dell’orario di servizio.

6. Intervenire su servizi che non trovano giustificazione terapeutica reale, per esempio, rimborsando i parti cesarei con la stessa cifra dei vaginali. Con questa misura diminuirebbe la percentuale di cesarei che oggi, in alcune regioni, arrivano anche a superare il 50 per cento del totale dei parti. Al risparmio si aggiungerebbe una maggiore qualità nell’assistenza al parto.

7. Serve istituire agenzie regionali per gli acquisti del materiale di consumo da utilizzare negli ospedali e nelle strutture accreditate con il Ssn. Le agenzie dovrebbero avvalersi del supporto delle società scientifiche per la scelta del materiale migliore, scongiurando anche il rischio di conflitti d’interesse tra i produttori e i medici. Anche sul versante delle assicurazioni è necessario intervenire: un ospedale di 600 posti letto arriva a spendere tre milioni l’anno di polizza assicurativa, gare regionali accentrate per l’assicurazione comporterebbe enormi risparmi.

8. Sostenere l’adeguamento tecnologico della sanità con la telemedicina e il teleconsulto per i medici di famiglia in modo da rinforzare l’assistenza sul territorio, aumentare la sicurezza dei pazienti e ridurre spostamenti e costi. La tecnologia dovrebbe essere utilizzata anche per il risparmio energetico, rendendo obbligatorie per i grandi complessi ospedalieri l’utilizzo di centrali di co-generazione (energia elettrica e termica) e l’incentivazione dell’uso del fotovoltaico, dell’eolico e delle biomasse.

9. Contenere la crescita dei costi dei farmaci innovativi, con più rigore nell’autorizzazione all’entrata in commercio e monitorando l’efficacia delle nuove molecole. Si calcola che il 70 per cento dei farmaci cosiddetti innovativi non siano in realtà tali. Per esempio, per curare un’infezione comune come quella per lo stafilococco aureo, esistono terapie tradizionali basate su farmaci generici che costano meno di dieci euro per l’intero trattamento e altre che costano più di mille euro. Non può essere la novità a guidare la scelta dei medici ma l’efficacia del farmaco, l’indicazione clinica e il suo costo.

10. Rilanciare la medicina preventiva con lo scopo di evitare le malattie a elevato costo economico e sociale (cardiovascolari, tumorali, odontoiatriche). Serve l’insegnamento, anche nelle scuole, degli stili di vita sani che contribuiscono a evitare di incorrere in malattie gravi e spesso croniche.

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Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, ci son quelli che lottano più giorni e sono più bravi, poi ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora più bravi, infine ci sono quelli che lottano tutta una vita...essi sono gli indispensabili!

(Bertolt Brecht)

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Ci impegniamo, noi e non gli altri,

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senza pretendere che gli altri si impegnino per noi, senza giudicare chi non si impegna,

senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna,

senza cercare perché non si impegna. Se qualche cosa sentiamo di "potere"

e lo vogliamo fermamente è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo,

si muta se noi ci facciamo nuovi, ma imbarbarisce

se scateniamo la belva che c'è in ognuno di noi. Ci impegniamo:

per trovare un senso alla vita, a questa vita

una ragione che non sia una delle tante ragioni

che bene conosciamo e che non ci prendono il cuore.

Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo, ma per amarlo.

(Bertolt Brecht)

Come non ho timore di confessare l'utopia del socialismo, così non ho timore di confessare l'altra utopia, la più grande e la più pericolosa, che tutti gli uomini, come è scritto nella nostra Costituzione, avranno un giorno su questa terra pari e piena dignità sociale.

(Lelio Basso)

Davvero, vivo in tempi bui!

La parola innocente è stolta. Una fronte distesa

vuol dire insensibilità. Chi ride,

la notizia atroce

non l'ha saputa ancora.

Quali tempi sono questi, quando

discorrere d'alberi è quasi un delitto,

perchè su troppe stragi comporta silenzio!

E l'uomo che ora traversa tranquillo la via

mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici

che sono nell'affanno?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.

Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla

di quel che fo m'autorizza a sfamarmi.

Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,

e sono perduto).

"Mangia e bevi!", mi dicono: "E sii contento di averne".

Ma come posso io mangiare e bere, quando

quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e

manca a chi ha sete il mio bicchiere d'acqua?

Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.

Nei libri antichi è scritta la saggezza:

lasciar le contese del mondo e il tempo breve

senza tema trascorrere.

Spogliarsi di violenza,

render bene per male,

non soddisfare i desideri, anzi

dimenticarli, dicono, è saggezza.

Tutto questo io non posso:

davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,

quando la fame regnava.

Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,

e mi ribellai insieme a loro.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.

Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.

Feci all'amore senza badarci

e la natura la guardai con impazienza.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.

La parola mi tradiva al carnefice.

Poco era in mio potere. Ma i potenti

posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Le forze erano misere. La meta

era molto remota.

La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me

quasi inattingibile.

Così il tempo passò

che sulla terra m'era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi

dove fummo travolti

pensate

quando parlate delle nostre debolezze

anche ai tempi bui

cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,

attraverso le guerre di classe, disperati

quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:

anche l'odio contro la bassezza

stravolge il viso.

Anche l'ira per l'ingiustizia

fa roca la voce. Oh, noi

che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,

noi non si potè essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l'ora

che all'uomo un aiuto sia l'uomo,

pensate a noi

con indulgenza.

(Bertolt Brecht, “A coloro che verranno”, 1939)

Un libro prima di essere un oggetto di mercato è un rapporto sociale

(sensibili alle foglie)

www.sensibiliallefoglie.it - www.libreriasensibiliallefoglie.com

C'è un'unica

verità elementare

la cui ignoranza uccide

innumerevoli idee

e splendidi piani:

nel momento in cui

uno si impegna a fondo,

anche la Provvidenza

allora si muove.

Infinite cose accadono

per aiutarlo,

cose che altrimenti

non sarebbero

mai avvenute...

Qualunque cosa tu possa fare,

o sognare di poter fare

cominciala.

L'audacia ha in sé genio,

potere e magia.

Cominciala adesso.

(J. W. Goethe)

... prepareremo giorni e stagioni

a misura dei nostri sogni

( Paul Eluard)

No, giovani, armate invece il vostro animo di una fede vigorosa: sceglietela voi liberamente purchè la vostra scelta presupponga il principio di libertà. Se non lo presuppone voi dovete respingerla, altrimenti vi mettereste su una strada senza ritorno, una strada al cui termine starebbe la vostra morale servitù: sareste dei servitori in ginocchio, mentre io vi esorto ad essere sempre degli uomini in piedi, padroni dei vostri sentimenti e dei vostri pensieri. Se non volete che la vostra vista scorra monotona, grigia e vuota, fate che essa sia illuminata dalla luce di una grande e nobile idea. A voi tutti i più fervidi auguri per l'anno che sta sorgendo?

(Sandro Pertini, 31 dicembre 1978)

"La teoria pura va lasciata a coloro che hanno il buon tempo di riflettere soltanto, ma non hanno il tempo da dedicare alle vittime di questa terra"

(J.H. Cone)

La libertà ... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica

(Ignazio Silone, Uscita di Sicurezza)

Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere

(Paulo Coelho)

Non c'è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale, non si può separare l'homo faber dall'homo sapiens. Ogni uomo infine, all'infuori della sua professione esplica una qualche attività intellettuale, è cioè un "filosofo", un artista, un uomo di gusto, partecipa di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di condotta morale, quindi contribuisce a sostenere o a modificare una concezione del mondo, cioè a suscitare nuovi modi di pensare.

(Antonio Gramsci)

Un'antica leggenda cinese parla del filo rosso del destino, dice che gli dei hanno attaccato un filo rosso alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi. Il filo può allungarsi, o aggrovigliarsi, ma non si rompe mai.

Jake Bohm (David Mazouz), in Touch, 2012

Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa,mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore. E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.

(Josè Saramago)

C’era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.

(Erri De Luca, Il giorno prima della felicità)

Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno che ami e lui ricambia stringendoti più forte

(Charles Bukowski)

I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;

sempre liberi di separarsi senza separarsi mai

(Alfred Bougeard)

Incontrarsi fu trovarsi. Nel momento misterioso in cui le loro mani si toccarono, esse si saldarono.

Quando quelle due anime si scorsero, si riconobbero come necessità reciproca e si abbracciarono indissolubilmente

(I miserabili - Victor Hugo)