Fusioni dei Comuni. “Dalla Val Samoggia un bell’esempio”
La fusione di cinque Comuni della Val Samoggia – Bazzano, Crespellano, Monteveglio, Castello di Serravalle e Savigno – rappresenta una grande opportunità. Prima di tutto per i Comuni coinvolti, che riusciranno a razionalizzare le spese, aumentando efficacia ed efficienza a tutto beneficio dei cittadini. Non si tratta infatti solo di un risparmio sui costi di funzionamento. Il Governo ha inserito nel decreto sulla spending review una norma che consentirà di ottenere il 20% in più dai trasferimenti statali, ovvero 9 milioni di euro in 10 anni, 900 mila in più all’anno. Altri 9 milioni di euro sono poi garantiti dalla Regione Emilia-Romagna e, almeno per i primi due anni, i Comuni coinvolti non saranno soggetti al Patto di stabilità. Con la fusione si risparmierà il 10% sui bilanci, che complessivamente ammontano a 26-27 milioni di euro. Quindi ci saranno in concreto – e questo è l’aspetto assai significativo – 2,5-3 milioni in più all’anno a disposizione per garantire i servizi e fare nuovi investimenti. In un periodo nel quale gli enti locali possono contare letteralmente su risorse scarsissime e vivono costantemente con l’acqua alla gola, fare opere di manutenzione, riasfaltare le strade, avere adeguati servizi per l’infanzia e per gli anziani che tanto incidono sulle famiglie, diventa sempre più difficile.
Con la fusione si otterrà dunque un effetto immediato: una disponibilità finanziaria da utilizzare per garantire ai cittadini emiliano-romagnoli e dei Comuni coinvolti l’eccellenza dei servizi alla quale siamo fortunatamente abituati. Si parla poi tanto di costi di funzionamento delle amministrazioni: riducendo 5 piccoli Comuni in un unico grande Comune di 30 mila abitanti, si passerà da 5 sindaci a uno, da 5 giunte ad una sola, da 77 a 16 consiglieri comunali e da 25 a 5 assessori ma ciò che conta, in sostanza, è la possibilità di un governo territoriale più solido ed efficace.
L’iter è approdato all’Assemblea legislativa: il progetto di legge è stato votato in commissione e in Assemblea si è approvata oggi, senza voti contrari, una deliberazione per indire un referendum consultivo delle popolazioni interessate alla fusione. Si tratta di una consultazione (senza quorum e formalmente non vincolante) con la quale i cittadini potranno dire se vogliono o no la nascita di un unico Comune al posto dei cinque ora esistenti e sceglierne il nome tra una rosa di quattro denominazioni: Valle del Samoggia, Valsamoggia, Samoggia, Samodia. Poi dopo il referendum si tornerà in Aula per proseguire il percorso, votando o non votando la legge istitutiva del nuovo Comune in maniera conseguente rispetto all’esito della consultazione.
Quello dei Comuni della Val Samoggia costituisce il primo esperimento di questo tipo in Italia, e da qui si può davvero prendere esempio in ogni territorio. Anche in Romagna, dove si sta preparando una riorganizzazione molto importante quale quella della Provincia Unica, un’intuizione che ho sempre sostenuto in questi anni e che ora finalmente diventa realtà. Si parla di efficienza, efficacia, risparmio e servizi. Anche in questo caso non si tratta di tagliare, ma di fare un passo avanti e di unire le forze per una solida cooperazione territoriale.
Così come è stato fatto per l’esperienza della Val Samoggia, è evidente che processi di questo tipo richiedono un accurato percorso di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, del mondo produttivo e del lavoro. Il futuro dei Comuni, piccoli e grandi, è l’integrazione: unioni, associazioni di servizi e anche, come mostra l’esempio che sta per realizzarsi, percorsi di fusione. Identità forti hanno bisogno di istituzioni solide, efficienti, efficaci. Mai come ora la chiave per migliorare è l’innovazione: ci vuole coraggio e soprattutto spinta a guardare avanti, prendendo come esempi le buone pratiche che su scala regionale vanno ad attuarsi.
Thomas Casadei,
consigliere regionale PD