GAS: un’ economia a misura d’uomo.
Sono 7 milioni gli italiani che nel 2012 hanno fatto la spesa attraverso le reti di GAS, Gruppi di acquisto solidale, e sono 2,4 milioni quelli che la fanno regolarmente. Anche nella nostra regione sono ormai tantissimi i gruppi nati negli ultimi anni, formati da famiglie che fanno attenzione a cosa mettono sul piatto e a quanto spendono, e che con la loro scelta sostengono i piccoli agricoltori, i mercati locali, le filiere a km 0.
Credo sia importante individuare forme di sostegno per questa rete sempre più diffusa, incentivando così i prodotti a km 0, biologici e di qualità e valorizzando il consumo critico e responsabile. Non solo: è assai importante, infatti, favorire i contatti e le interazioni. Nella nostra regione non ci sono solo gruppi di consumatori consapevoli, ma anche circa 200 mercati contadini diretti promossi anche grazie a Comuni e Enti locali.
Per fornire ai GAS strumenti concreti ed efficaci, occorre mettere in relazione tutte le parti coinvolte, attraverso un tavolo di confronto. Un primo passo è stato fatto lo scorso luglio, con la convocazione della Commissione Politiche economiche in una partecipatissima udienza conoscitiva con le associazioni emiliano-romagnole che si occupano della materia. In quell’occasione le associazioni hanno espresso le loro perplessità su un progetto di legge regionale capace di regolamentare i GAS e, più in generale, l’economia solidale, indicando quattro assi sui quali iniziare una riflessione comune e partecipata: Beni Comuni, Reti di Economia Solidale, Sovranità alimentare, Economia e Finanza. Questi punti potrebbero essere dunque la base per un approccio normativo regionale innovativo e rappresentativo della realtà di economia solidale regionale, in continua evoluzione e consolidamento, in grado di rappresentare un reale patrimonio a disposizione dei cittadini e capace di favorire i contatti tra i consumatori, produttori e mercato.
L’obiettivo non è la creazione di un nuovo modello di economia – una singola legge non può certo puntare a tanto, ma una lunga serie di interventi per semplificare il commercio di beni, realizzare nuovi distretti di economia solidale, promuovere buone pratiche sociali e solidali, a cominciare da un censimento o osservatorio sui GAS, che in parte è già in corso grazie al Coordinamento regionale per l’economia solidale dell’Emilia-Romagna (C.R.E.S.E.R.).
Si tratta, dunque, di saper cogliere una grande opportunità di solidarietà, consumo etico e partecipazione.