In libreria come al supermercato
Prendete un libro di Altreconomia. Facciamo che costi 10 euro. 40 centesimi vanno subito in Iva. Un euro circa per la stampa. Altrettanto per editing e grafica. 80 centesimi vanno all’autore. Siamo già a 6,80 euro. Poi Ae decide che quel libro va in libreria. Il distributore nazionale cui si affida chiede il 56% di sconto (lui applicherà alle librerie il 30%). Da quel libro quindi, Ae porta in cassa la bellezza di 1,20 euro. A fine anno però si scopre che il distributore si è visto costretto a fare ulteriori sconti ai librai, in particolare alle grandi catene. Pena, l’esclusione dagli scaffali.
Fatti i conti, lo sconto reale arriva al 63%. Tradotto, per ogni libro da 10 euro ad Ae restano 50 centesimi, il 5%. Vi pare normale?
Nella filiera del libro, che parte dall’editore e arriva alle librerie, come spesso accade è il passaggio intermedio, quello della distribuzione, a mangiarsi la fetta più consistente della torta. “La rete di distribuzione trattiene intorno al 50% del prezzo di copertina di un libro, che si raggiunge con i costi delle rese e i maggiori sconti praticati ormai quasi sempre dagli editori, che comprende anche il 35-40% delle librerie”, spiega la professoressa Luisa Capelli, docente di Economia e gestione delle imprese editoriali presso l’Università Tor Vergata di Roma, che sull’argomento gestisce un blog (www.luisacapelli.eu). “Ci sono poi i venditori, cui resta circa l’8-10%. All’editore rimane dunque circa il 40%, con cui deve pagare i costi di stampa, il lavoro di redazione, i diritti d’autore, che variano a seconda del genere di pubblicazione, e i costi fissi di gestione della casa editrice”. In realtà però in Italia tutti questi passaggi sono nelle mani di pochi attori. E in un Paese in cui si legge poco -poco meno della metà della popolazione compra da uno a tre libri all’anno, appena il 15% arriva a uno al mese-, il mercato vale comunque 3,4 miliardi di euro (Aie). Il quadro è complesso, ma proviamo a fare un sintesi. Partiamo dall’editoria. Cinque grandi editori si spartiscono più del 60% del mercato editoriale. Mondadori è leader di mercato con una quota pari al 27,4%: seguono a ruota Rcs, GeMS (Gruppo editoriale Mauri Spagnol, che fa capo a Messaggerie), Giunti e Effe 2005, la holding del gruppo Feltrinelli. Gli altri 2.500 editori attivi in Italia si dividono il 37,3% che resta (fonte: Nielsen Bookscan).
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