La morte del prossimo
Luigi Zoja
Come nel momento in cui Nietzsche proclamò la «morte di Dio», siamo alla soglia di un territorio radicalmente nuovo. Dove la morale dell’amore non è piú possibile per mancanza di oggetto.
La globalizzazione – e la fine delle diffidenze della Guerra Fredda – favoriscono la solidarietà con persone lontane. Questo amore per il distante sembra promosso anche dalle comunicazioni elettroniche e dai viaggi piú facili. Ma quello che amiamo cosí è spesso un’astrazione, e chi ne paga il prezzo è l’amore per il prossimo richiesto per millenni dalla morale giudaico-cristiana.
Come in un circolo vizioso, questa tendenza si salda con l’indifferenza per il vicino prodotta dalla civiltà di massa e dalla scomparsa dei valori tradizionali. E come nel momento in cui Nietzsche proclamò la «morte di Dio», siamo alla soglia di un territorio radicalmente nuovo. Dove la morale dell’amore non è piú possibile per mancanza di oggetto.
«Ama Dio e ama il prossimo, diceva il comandamento. Ma già per Nietzsche Dio era morto. E il prossimo? Nel mondo pre-tecnologico la vicinanza era fondamentale. Ora domina la lontananza, il rapporto mediato e mediatico. Il comandamento si svuota. Perché non abbiamo piú nessuno da amare».
Edizioni: Einaudi
2009
Vele
pp. VIII – 140
ISBN 9788806200244
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