L’altro mondo di Bartolini e il futuro della gestione dell’acqua
Non ci stupiscono le grossolane considerazioni del collega Consigliere Luca Bartolini: siamo abituati alle sue prestazioni da “guitto”, specie nelle situazioni sfavorevoli alla sua parte, ma definire il 65% degli elettori del nostro territorio come “inconsapevoli vittime di un tranello”, ci sembra troppo anche per lui, a meno che non abbia deciso di vivere in un altro mondo…
La realtà emersa dalle urne, alla quale anche Bartolini dovrà rassegnarsi, con oltre il 95% dei SI su tutti e quattro i quesiti sottoposti a referendum, ci mostra come la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto – di certo con orientamenti diversi sul piano politico-ideale – abbia bocciato senza appello le principali iniziative del Governo Berlusconi (Decreto Ronchi, individuazione dei siti per le nuove centrali nucleari, leggi ad personam in materia di giustizia), affermando la richiesta di nuove politiche pubbliche sui “beni comuni”, partendo dall’acqua e dall’energia.
Quanto al sistema di gestione dei servizi locali fino a qui adottato, alla luce del risultato referendario e dell’abolizione dell’art. 23 bis che avrebbe imposto la gestione dei privati per decreto, i tempi sono certamente maturi per avviare un’ampia, seria e rigorosa riflessione pubblica, a partire dal coinvolgimento degli amministratori e delle organizzazioni dei consumatori, sulla gestione dell’acqua. In questo dibattito che si auspica approfondito, piena legittimità hanno varie opzioni, tra le quali anche quella di affidarla ad una società interamente pubblica come “Romagna Acque”, in cui un ruolo davvero decisivo rivestono i sindaci e gli amministratori del territorio. E’ certamente una sfida ma riteniamo che possa essere presa in considerazione e accuratamente valutata.
Monica Donini, consigliera regionale FdS e Thomas Casadei, consigliere regionale PD