Nasce l’AUSL unica della Romagna: “Atto politico di grande rilievo”
“L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato il progetto di legge per l’istituzione dell’Azienda Usl della Romagna”. I consiglieri regionali romagnoli della maggioranza Roberto Piva, relatore della legge, Tiziano Alessandrini, Thomas Casadei, Miro Fiammenghi, Mario Mazzotti, Damiano Zoffoli (PD) e la consigliera FDS Monica Donini, Presidente della Commissione Politiche per la salute e politiche sociali, esprimono viva soddisfazione per l’approvazione del provvedimento.
“A partire dal 1° gennaio 2014 – sottolineano i consiglieri – le attuali quattro Ausl di Rimini, Forlì, Cesena e Ravenna verranno accorpate in un unico ente. Verrà inoltre rafforzato il ruolo pubblico dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori IRST di Meldola quale nodo delle attività oncologiche nelle aziende sanitarie. La legge contiene, inoltre, gli strumenti per garantire il coinvolgimento delle comunità locali e la partecipazione dei cittadini nella definizione delle politiche sanitarie locali. Con questa legge la Regione Emilia-Romagna compie un passo molto importante: l’obiettivo chiaro è quello di liberare risorse per le persone e per i servizi ad esse dedicate e di ridurre i costi di amministrazione”.
Nel giorno dell’approvazione del progetto di legge, i consiglieri regionali hanno presentato in aula una risoluzione sullo stesso tema. “La nascita della AUSL unica di Romagna – affermano i consiglieri – è figlia di un processo partecipato (coinvolti oltre 75 enti locali) e di forte innovazione: un Sistema Sanitario Regionale che si fonda sui principi del’universalità, dell’equità e della solidarietà e che punta a migliorare il sistema dell’offerta sanitaria pubblica in direzione dell’integrazione territoriale, della qualità, della prossimità e dell’accessibilità.”
“Con la risoluzione presentata oggi – proseguono i consiglieri – chiediamo alla Giunta regionale un impegno ad indirizzare il riordino delle aziende sanitarie della Romagna seguendo alcuni principi rilevanti:
– assicurare un’articolazione organizzativa che garantisca condizioni di prossimità e equa accessibilità ai servizi ed operare per la massima valorizzazione del ruolo dei Distretti socio sanitari, da intendersi come “maglia base” di una rete di servizi territoriali integrati, all’interno della quale garantire l’intera gamma dell’assistenza primaria alla persona e in base alla quale strutturare l’articolazione dell’azienda unica, pensando, ad esempio, ad un’azienda organizzata per “divisioni distrettuali”;
– garantire che le economie di gestione che si libereranno su base pluriennale saranno utilizzate per potenziare la qualità e la quantità dei servizi sanitari offerti ai cittadini;
– monitorare l’andamento del processo riorganizzativo e l’impatto sul territorio, coinvolgendo anche le comunità locali e i soggetti della partecipazione ammessi ai sensi della legislazione regionale;
– perseguire gradualmente la ridefinizione della rete assistenziale e di quella ospedaliera, garantendo contestualmente l’implementazione dei servizi territoriali esistenti attraverso la realizzazione dei nuclei di cure primarie e delle Case della Salute.”