No ai tagli lineari sulla Sanità pubblica, si risparmi sugli armamenti
La spending review presentata dal Governo rischia di mandare all’aria la sanità italiana e quella dell’Emilia-Romagna. I nuovi tagli priverebbero il fondo sanitario regionale di 375 milioni di euro: 75 milioni di euro quest’anno e 150 milioni sia per il 2013 che per il 2014. Cifre che si aggiungono al miliardo e mezzo (500 milioni di euro all’anno da quest’anno) che per le precedenti manovre è stato già tagliato. Come ricordato dall’Assessore Regionale Lusenti, con queste cifre in Regione si passerebbe dai 20mila posti letto attuali a 16mila, con un taglio di seimila cinquecento tra medici e infermieri in meno. Riduzioni insostenibili, che ci farebbero tornare indietro e che intaccherebbe il livello di assistenza che oggi la sanità regionale è in grado di offrire.
Con i provvedimenti annunciati il Governo vuole mettere fine ad un problema reale e atavico, quello degli sprechi nella sanità italiana: ma i cosiddetti “tagli lineari” non possono essere una soluzione. Come ha ricordato in questi giorni il senatore del PD Ignazio Marino, Presidente della Commissione d’inchiesta sull’efficienza del Servizio Sanitario nazionale, ogni intervento è inutile se non si predispongono adeguati strumenti di valutazione e se non si studiano attentamente tutti i casi in modo da premiare le eccellenze e sanare le inefficienze.
Secondo Marino, in Italia un centro di trapianto di fegato costa 20 milioni di euro all’anno. A Roma ce ne sono 5, a Torino uno solo, che però ogni anno esegue lo stesso numero di trapianti dei 5 centri romani. Se si opera un taglio lineare è giusto che al centro di Torino vengano tagliate le stesse risorse dei 5 centri romani?
Il momento critico che stiamo vivendo richiede decisioni urgenti, ma la grande maggioranza dei cittadini sta già pagando molto la crisi. Il Governo riveda le proprie scelte in tema di sanità e apra un confronto con gli enti locali e con il mondo della ricerca, da cui possono venire importanti indicazioni su come risparmiare davvero senza smantellare la sanità pubblica.
Dove il Governo deve tagliare davvero è il campo delle spese militari. L’Italia ha in programma l’acquisto di caccia bombardieri dal costo di 15 miliardi di euro, aerei senza pilota (1,3 miliardi), navi da guerra (5 miliardi), sommergibili (1 miliardo). Si tratta di cifre enormi, che potrebbero essere invece destinate al sociale, all’innovazione, alla formazione, al sostegno di chi perde il lavoro, e cioè alle vere priorità del Paese.
Thomas Casadei
Consigliere Regionale Emilia-Romagna Gruppo Assembleare PD
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