Orari del commercio: al territorio la possibilità di scegliere con equilibrio
Nonostante la Manovra del governo Monti abbia confermato le liberalizzazioni sul versante degli orari dei negozi, non diminuisce, anzi cresce, la contrarietà di sindacati e associazioni di categoria del commercio, preoccupati delle ripercussioni sul lavoro nel settore.
Anche molte regioni, tra le quali l’Emilia-Romagna, hanno espresso dubbi su un provvedimento di completa deregulation, quale è quello deciso dal Governo.
La preoccupazione crescente è che le condizioni di lavoro nel settore vedano un peggioramento legato all’allungamento degli orari, non sempre compensato da adeguati riposi compensativi e da maggiori remunerazioni previste dai contratti.
I sindacati, infatti, denunciano che a causa della crisi e del calo dei consumi, stanno aumentando in modo esponenziale le aziende in difficoltà nel settore del commercio e dunque le vertenze da parte di lavoratori che non si vedono corrisposte le retribuzioni dovute. La rincorsa alle aperture domenicali produrrebbe sicuramente un aumento di questo tipo di vertenze, in quanto all’aumento del monte salari da corrispondere, ben difficilmente corrisponderebbe un aumento automatico delle vendite.
Anche le piccole imprese del settore commerciale sono in sofferenza, la struttura aziendale spesso su base individuale o familiare, rende impossibile un numero troppo elevato di aperture festive e con orari prolungati in corso d’anno, perciò nel lungo periodo la fascia di apertura più ridotta rispetto alla grande distribuzione, potrebbe produrre conseguenze negative sulla redditività aziendale, con la chiusura di molte piccole attività di vicinato e l’aumento complessivo della disoccupazione nel settore.
Ritengo perciò che la richiesta della Regione Emilia-Romagna di lasciare in capo ai territori e alle amministrazioni territoriali la decisione, sia stata quella più logica e che a fronte di una conferma della liberalizzazione quale appare attualmente la situazione che si è determinata, il tentativo di raggiungere accordi in sede locale per salvaguardare non solo le festività civili e religiose, ma anche per porre un tetto alle aperture domenicali, sia assolutamente da perseguire.
La realtà forlivese si sta muovendo in questa direzione, in particolare il comune di Forlì ha già assai opportunamente incontrato le parti sociali per verificare le disponibilità in questa direzione. E mi pare assai utile che da questo tavolo di confronto sia scaturita la proposta di chiedere all’Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena una convocazione di tutti i comuni e delle parti sociali, per capire se effettivamente si può arrivare ad una forma di coordinamento in tutto il territorio che eviti una deregulation generalizzata. Raggiungere un accordo che salvaguardi le feste legate all’identità del nostro paese, a partire da quelle civili che sono il fondamento della repubblica democratica, e contenere le aperture, sarebbe un segnale importante anche per affermare un modello di consumo più consapevole e di qualità.
Thomas Casadei
Consigliere regionale PD
Commissione Turismo, Lavoro, Cultura, Scuola