Pari opportunità. L’esempio di Forlì
Secondo la classifica annuale mondiale del “gender gap” l’Italia è all’80esima posizione. In tema di uguali diritti uomo-donna ci superano Kenya, Brasile, Colombia e Vietnam, tralasciando il Nord Europa: campioni di pari opportunità sono infatti l’Islanda, con un’indiscussa prima posizione, seguita da Finlandia, Norvegia, Svezia. Il nostro Paese perde quindi posizioni: nel 2008 era al 67esimo posto, nel 2009 al 72esimo, mentre nel 2010 e 2011 si era posizionato 74esimo.
Tali dati, non certo confortanti, si trovano nel rapporto 2012 del World Economic Forum “Global Gender Gap” che prende in analisi la situazione uomo-donna in 135 Paesi in termini di partecipazione economica e politica, aspettative di vita e uguaglianza retributiva
Le maggiori disparità possono individuarsi nel gap salariale per lavori uguali, dove l’Italia si piazza 126esima e in termini di partecipazione economica e opportunità, dove ci posizioniamo 101esimi, ultimi quasi in assoluto tra tutti i Paesi industrializzati. Solo il Giappone e Malta registrano dati peggiori.
Va meglio nel campo dell’istruzione, dove l’Italia risale la classifica, al 65esimo posto, anche qui, però, solo il 36% delle insegnanti è nell’educazione terziaria, mentre il 95% della presenza femminile lavora nelle scuole elementari.
Per quanto riguarda la gestione del potere politico, l’Italia è invece 71esima.
Le disuguaglianze tra i sessi possono essere ridotte grazie a politiche appropriate che prendano esempio dai Paesi che hanno già adottato misure efficaci.
Nelle realtà dove si è posta l’attenzione al recupero del gender gap, i risultati si vedono: l’esempio di Forlì, a questo proposito, è particolarmente significativo. Qui sono state infatti anticipate, con una modifica al regolamento sulle nomine, le norme nazionali sulle società partecipate, e già oggi le donne designate dal Comune nei cda superano il 30%.
Dall’inizio del mandato della Giunta Balzani, composta in maniera paritaria, si è decisa, inoltre, la realizzazione del bilancio di genere preventivo e consuntivo, come elemento di ulteriore qualificazione della rendicontazione sociale dell’ente e di coinvolgimento delle donne e delle loro associazioni. Sono interventi che potrebbero essere realizzati da tutte le amministrazioni locali: si tratta di dare seguito ad una precisa volontà politica.
A esempi di questo tipo, che hanno ottenuto l’attenzione anche dei media nazionali e di riviste scientifiche specializzate, guarda con grande attenzione anche la Commissione per la promozione di condizioni di parità della quale anch’io faccio parte. Quest’ultima intende infatti promuovere strumenti per conseguire il riequilibrio di genere nella rappresentanza elettorale correggendo l’attuale normativa su questo specifico punto, ed elaborare una prima bozza di proposta di legge che recepisca le migliori esperienze avviate, anche in altre realtà regionali.
A questo proposito, la Commissione ha chiesto alla presidenza dell’Assemblea la convocazione di una seduta straordinaria sull’argomento, che si terrà a ridosso del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’intento è quello di definire disposizioni tese a realizzare una parità effettiva tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive e contribuire direttamente anche ad un miglioramento complessivo dell’Italia in materia di democrazia paritaria e concrete azioni di contrasto alle discriminazioni di genere.
Thomas Casadei
consigliere reg. PD,
componente della Commissione regionale per la promozione della piena parità tra donne e uomini
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