Primarie del centrosinistra: la sfida di Balzani ha colto nel segno
Il risultato delle primarie di ieri non può essere ridotto ad un singolo dato, se pur incontrovertibile: cioè che Stefano Bonaccini ha vinto ed è il candidato del centrosinistra in Emilia-Romagna per le prossime elezioni regionali; e come tale avrà il mio sostegno, come deve essere nello spirito delle primarie.
Questa vicenda politica, infatti, interroga il PD su più questioni, partendo dall’analisi del voto.
Roberto Balzani ha vinto in Romagna con il 53% (spinto dalla sua forza nel territorio forlivese, esito di 5 anni di amministrazione della sua Giunta fortemente apprezzati) e conseguito un risultato inaspettato anche a livello regionale: l’aver sfiorato il 40% è davvero eclatante, dato che il 99% del gruppo dirigente nazionale, regionale e locale era schierato con Bonaccini.
Chi come me ha contribuito -sin dall’inizio- alla costruzione del progetto politico e culturale rappresentato dalla candidatura di Balzani alle primarie del centrosinistra, superando schematismi e logiche di posizionamento interno sulla base di mozioni legate ai passati congressi del PD, ha avuto la grande soddisfazione di vedere crescere un movimento dal basso di volontari e persone impegnate per obiettivi comuni che ha tenuto testa, nei fatti, alla macchina guidata dal Segretario regionale.
Va rilevato che, complessivamente, l’affluenza è stata scarsissima: con il PD dell’Emilia-Romagna e i segretari delle Unioni territoriali – 9 su 11 apertamente schierati con Bonaccini – si dovrà svolgere un’accurata analisi su questa situazione causata – anche – da una gestione sbagliata e parziale delle primarie, prive di vera spinta sul piano della promozione e della comunicazione. Quando si fa di tutto per non discutere, rinviando per ben due volte un congresso regionale, le primarie diventano un modo per aprire un dibattito vero, anche su temi assolutamente centrali come sanità, mobilità, ambiente, cultura, ecc. E ora, specie su Ausl unica di Romagna e gestione dei rifiuti, è tempo di discutere per davvero, a tutti i livelli.
I risultati di molte città pensando in particolare al contesto urbano, rappresentano una rivoluzione certamente gentile e ‘per bene’, ma radicale: segnalano, infatti, che la quasi totalità della classe dirigente del PD non coglie i sentimenti che crescono e chiedono di essere colti, sia nel partito sia fuori dai suoi confini.
Perciò dopo le regionali del 23 novembre è urgente un congresso vero in cui svolgere un’ampia riflessione – fino ad oggi mancata se non con l’eccezione delle primarie – in cui capire come cogliere il segnale e la richiesta di rinnovamento nei modi e nella sostanza che viene dai territori in ogni parte dell’Emilia-Romagna e ove sviluppare ragionamenti sulla società emiliano-romagnola e sui suoi assetti territoriali e istituzionali.
Infine, il dato del Comune di Forlì e del territorio forlivese dimostra – al di là dei detrattori – che il “laboratorio politico” avviato da Balzani gode di consenso ampio e si è sviluppato e radicato anche su scala regionale; un risultato che mi riempie di soddisfazione, anche personale, avendo contribuito – insieme a tanti amici e compagni di lotta politica – a coltivarlo e svilupparlo, a partire da un’altra “missione impossibile” come fu la campagna per le primarie regionali del 2009 (ove senza mezzi e senza strutture di supporto sfiorammo i 50.000 voti al congresso per il Segretario regionale).
I “balzaniani”, come sovente la stampa li definisce, non esistono né esisteranno in futuro, esiste però un sentimento complessivo nella società che chiede che si faccia quello che Balzani (ed altri, anche da altre posizioni) hanno proposto su alcuni temi: costruire una solida autonomia della politica da tutti gli altri poteri, a cominciare da quelli economici (che sovente vorrebbero orientare le scelte delle istituzioni); sancire la centralità delle tematiche ambientali e dei beni comuni in relazione all’intero progetto politico del centrosinistra; fare tesoro del ruolo di un nuovo civismo orientato a sinistra e che riesce a cogliere istanze in tutti i settori della società.
Thomas Casadei, Direzione Unione territoriale Pd forlivese