Ripartire dai GIOVANI. Le politiche dell’EMILIA-ROMAGNA per un nuovo patto tra generazioni.
Non avere investito sui giovani, lasciandoli in un limbo di precarietà e privi di qualsiasi tutela, è una delle ragioni che ha portato l’Italia al declino e al rischio di crollo dell’intero sistema-paese. L’aver ingnorato i problemi che ci vengono posti dalle nuove generazioni, che sono alla ricerca solamente di un futuro degno, è forse una delle colpe più gravi del fallimentare governo Berlusconi sostenuto da PDL e Lega.
Per ripartire dai giovani non servono slogan vuoti o la stucchevole denigrazione/derisione che emerge fin troppo spesso nel dibattito mediatico. In Emilia-Romagna stiamo percorrendo un’altra via, che vorremmo diventasse la strada dell’Italia intera: investire sui giovani, sul lavoro di qualità, sulla formazione professionale, sull’istruzione e la ricerca, per costruire il futuro, per realizzare una società, un ambiente, un’economia e un mondo del lavoro di qualità. “Un sistema di qualità, una qualità che fa sistema”. Sono questi i temi al centro del “Patto per la crescita intelligente, sostenibile, inclusiva” siglato dalla Regione Emilia-Romagna con tutte le parti sociali e le organizzazioni produttive, con il mondo del lavoro e dell’impresa, con il Forum del terzo settore. Si tratta di un patto intergenerazionale, i cui effetti saranno visibili in concreto già dai prossimi mesi.
Gli obiettivi del patto sono molto chiari: ridurre al minimo gli abbandoni scolastici e migliorare la transizione dal mondo della formazione al mercato del lavoro, entro una strategia di strettissima connessione tra istruzione/formazione e lavoro, tra scuola e tessuto economico-produttivo; incentivare le assunzioni di giovani a tempo indeterminato, attraverso la concessione di agevolazioni ai datori di lavoro nel corso del 2012.
Molteplici sono gli strumenti previsti dal Patto per perseguire questi obiettivi fondamentali. Saranno emanati bandi regionali che premieranno la stabilizzazione dei lavoratori impiegati con contratti a tempo determinato (azione già in atto nel 2011) e l’assunzione di quelli al termine del periodo di mobilità; dal 2013 è, inoltre, prevista la possibilità di dedurre integralmente la base imponibile Irap del costo del dipendente stabilizzato (provvedimento in parte anticipato dalla manovra nazionale del governo Monti).
Saranno stanziate adeguate risorse per la diffusione del contratto di apprendistato e ulteriori incentivi verranno forniti per favorire l’occupazione dei giovani di età compresa fra i 30 e 34 anni, che non rientrerebbero nella disciplina dell’apprendistato.
Verranno attivati percorsi formativi finanziati con le risorse dell’accordo Stato-Regioni del 12/02/2009 a favore dei giovani – e meno giovani – lavoratori disoccupati, in mobilità o comunque interessati da situazioni di crisi.
Una quota significativa delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale, per quanto riguarda il comparto agricolo, verrà destinata ai giovani fino a 40 anni, in linea con quanto avvenuto nel 2011.
Tramite la legge 13 e la legge 37 e altri provvedimenti mirati si continuerà a sostenere il lavoro culturale che si fa impresa e che produce spettacoli ed eventi in grado di generare non solo qualità della vita e piacere intellettuale, ma anche specifiche ricadute sul piano economico per città e aree territoriali.
Questo patto tra generazioni rappresenta una sfida straordinaria, che noi vogliamo vincere e soprattutto proporre come ideale di società, tenendoci ben agganciati agli obiettivi europei della società della conoscenza, sanciti con il Trattato di Lisbona.
Con il “Patto per la crescita intelligente, sostenibile, inclusiva” l’Emilia-Romagna ha dato un segnale forte e chiaro: per progettare il domani occorre ricostruire un forte legame tra le generazioni, a partire dal qui ed ora.