Scuola: basta tagli, urgenti nuovi investimenti
Gli insegnanti italiani ricevono lo stipendio più basso rispetto ai colleghi europei. Sono loro stessi a chiedere di poter svolgere a scuola quel lavoro ‘oscuro’, che nessuno oggi riconosce loro, di preparazione delle lezioni, di ricerca didattica e costruzione di progetti educativi, di correzione dei compiti.
E’ grazie al quotidiano impegno degli insegnanti che la scuola pubblica sta ancora in piedi. Per questo occorrerebbe investire sulla scuola, sulla qualità dell’insegnamento, sul futuro delle ragazze e dei ragazzi: “scuole aperte tutto il giorno e tutto l’anno”, valorizzando il lavoro degli insegnanti e rilanciando le funzioni della scuola come luogo di apprendimento, di costruzione della cittadinanza, di valorizzazione delle diverse propensioni degli studenti.
E invece assistiamo ancora una volta ad azioni di tutt’altra natura: ancora la logica dei tagli alla scuola per fare cassa. Un film visto troppe volte che impoverisce il Paese, non lo aiuta a risollevarsi. Inoltre da troppo tempo in Italia si sta andando nel senso contrario da quello indicato dell’Unione Europea che invita ad investire in una crescita intelligente ed inclusiva e chiede di aumentare il numero di laureati e di dimezzare il tasso della dispersione scolastica.
Il nuovo annuncio da parte del Governo di un taglio di circa 6.500 posti di lavoro e di 183 milioni di euro nella scuola comporta il lavorare più ore per gli insegnanti di sostegno delle scuole secondarie e l’utilizzazione durante l’anno scolastico delle ore estive a disposizione degli insegnanti. Parallelamente, non si pagano gli scatti di anzianità bloccati da tre anni e si ipotizza di aumentare di un terzo le ore di servizio a parità di remunerazione. Si tratta di una via nettamente sbagliata.
Per ottenere risorse economiche basterebbe scegliere una via diversa come quella di reperire risorse la con tobin tax e la patrimoniale. Oppure far ritornare alla scuola una quota delle risorse risparmiate attraverso la “spending review”, non per incrementare in modo indifferenziato la spesa, ma individuando alcune precise priorità: mettere al centro il protagonismo dei ragazzi, dando maggiore spazio alle loro richieste, per insegnare loro ad essere buoni cittadini europei, creando laboratori, spazi comuni, progetti Erasmus; investire anche sulla prima infanzia, inserendo le strutture degli asili nido all’interno del sistema educativo e non più in quello assistenziale; portare avanti la battaglia contro il precariato scolastico.
C’è un grande lavoro da fare in questo Paese che è essenzialmente il compito della democrazia: insegnare ai futuri cittadini il rispetto per la legalità e l’amore per la convivenza civile. La scuola è il luogo per eccellenza per assolvere a questo compito di responsabilità. Non si può continuare a svilirla, non si può continuare a tagliare la scuola, a umiliare gli insegnanti, a negare ai ragazzi il loro bisogno di speranze. Diventa urgente una mobilitazione pacifica e permanente per invertire la rotta.
Thomas Casadei
consigliere regionale
capogruppo PD in Commissione Scuola, Lavoro, Cultura, Turismo, Sport